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GTT Torino, successo dello sciopero USB contro nuovo piano industriale, licenziamenti e privatizzazione

Torino,

70 turni su 105 rientrati ed oltre il 50% dei turni serali nel deposito di Venaria; nel deposito di Gerbido 85 turni rientrati su 115; deposito di Tortona oltre il 60% dei conducenti ha incrociato le braccia.

Queste le adesioni dei lavoratori della società GTT di Torino che, mercoledì 11 aprile, hanno scioperato e dato vita a un presidio sotto la direzione per protestare contro il nuovo piano industriale che prevede l’aumento del costo del biglietto, la riduzione delle corse, la privatizzazione di alcune linee e il licenziamento di 700 lavoratori.

Le scelte di  questa  amministrazione comunale toglieranno il diritto alla mobilità alle fasce sociali più deboli; la riorganizzazione in atto delle linee sta già causando fortissimi disagi  sui mezzi pubblici rendendoli sempre più affollati e inagibili.

L’assessora Maria Lapietra definisce  epocale questo piano industriale  solo perché si compreranno 170 nuovi autobus; poco importa se su questi nuovi mezzi non si potrà salire perché saranno affollati di gente che avrà aspettato alla fermata non meno di 25 minuti, se tutto sarà andato bene.

Questo piano industriale  non rilancia il trasporto pubblico!

Attraverso esso si vuole solo prendere tempo salvando la faccia alla sindaca, ai suoi assessori ed ai dirigenti di GTT che presenteranno i nuovi mezzi in pompa magna, quando arriveranno, come se ciò fosse la soluzione a tutti i problemi.

Ancora una volta nessuno pagherà per le proprie responsabilità di un’azienda usurpata e depredata ai cittadini torinesi.

Una cosa è certa: fra tre anni la GTT, sarà pronta per essere ceduta ai privati! Oggi i debiti di GTT ammontano a 190 milioni di euro, tra cui  20 milioni di euro di  trattenute IRPEF in busta paga dei lavoratori non versate al fisco.
L’agenzia della mobilità’  deve a GTT 116 milioni di euro e ne contesta 71.

Gli stessi dirigenti che in questi anni si sono resi responsabili di tutto questo, impegnati esclusivamente a garantirsi stipendi da manager di successo, oggi presentano un  piano industriale che cede il deposito Nizza, esternalizza 3 milioni di km, blocca il turn-over, licenzia, blocca gli aumenti salariali, abbassa il costo del lavoro e nel 2021  porterà GTT ad avere 220 milioni di euro di debiti... 30 milioni di euro più di oggi.

Tutti i sindacati concertativi tacciono e si adeguano a trattare un piano inconcludente  che aumenterà il debito  verso le banche.

I lavoratori hanno ampiamente dimostrato di non essere disposti  a ulteriori sacrifici, oltretutto favorendo le banche e peggiorando il debito!

USB continuerà a contrastare tutte le scelte liberticide che si attueranno, contro il piano industriale , contro la privatizzazione del trasporto pubblico, in  difesa dei livelli occupazionali.



Unione Sindacale di Base