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Presidenza del Consiglio dei Ministri: ancora fumata nera per l'internalizzazione dei servizi informatici

Roma,

Mentre il mondo si preoccupa che la Cina possa violare i sistemi informatici del nostro Paese, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in perfetta continuità con i governi precedenti, non ritiene un asset strategico il servizio informatico all’interno della stessa, continuando ad affidare il servizio a società private.

Nella sede del Governo, dove dovrebbe essere garantita la massima sicurezza dei dati sensibili, ma soprattutto la stabilità lavorativa di tutti i lavoratori e le lavoratrici che vi operano, dall’Informatica al Facility Management fino ad arrivare al servizio delle pulizie, si preferisce affidare tutti i servizi ad aziende esterne forse perché gli interessi anche di questa amministrazione che si definisce del cambiamento, è quella di favorire le aziende private a discapito dei diritti dei lavoratori.

Ci risulta difficile capire come questo Governo che si definisce “del cambiamento”, mentre annuncia migliaia di assunzioni, si opponga alla reinternalizzazione dei lavoratori che da anni operano all’interno della Presidenza del Consiglio senza vedersi riconosciuta l’importanza delle mansioni che svolgono spesso, all’interno della commessa, con contratti a tempo determinato con scadenza semestrale.

Questo è quanto emerso anche dall’incontro avuto lo scorso 28 marzo con il vicesegretario Madeo.

Ormai da anni USB sostiene che il processo di internalizzazione dei servizi e dei lavoratori è l’unica soluzione che avrebbe sicuramente l’effetto di garantire una maggior sicurezza dei dati sensibili, un consistente risparmio economico e darebbe finalmente delle certezze a questi lavoratori, ricordando che la Presidenza è già stata autorizzata ad assumere 213 figure informatiche, quindi, a nostro avviso, non sussistono reali ostacoli alla loro assunzione diretta.

USB ribadisce anche l’importanza della costituzione di una società in house che comprenda i lavoratori e le lavoratrici di tutti gli appalti, ma ancora una volta l’amministrazione non ha recepito tale proposta.

È del tutto evidente che USB non considera conclusivo l’incontro del 28 marzo con l’amministrazione; siamo convinti infatti che vada determinata al più presto una soluzione definitiva a tutela dei lavoratori nessuno escluso.

 

USB continua a essere accanto a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici vittime del sistema degli appalti e a sostenere tutte le iniziative di lotta a tutela degli stessi.

 

 

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