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Unicoop Tirreno, raggiunto l'accordo grazie alla lotta dei lavoratori. Ma il piano industriale rimane insoddisfacente

Roma,

La lotta dei lavoratori ha permesso di raggiungere un accordo con Unicoop Tirreno che tutela i livelli salariali e occupazionali.

 

Nell’incontro di oggi con i vertici di Unicoop Tirreno è stato finalmente raggiunto un accordo.

 

Questo non è totalmente in linea con i punti presentati da USB, il sindacato rimane fortemente critico sul piano industriale presentato da Unicoop Tirreno.

 

Dopo mesi di trattativa però, vengono finalmente garantiti i livelli salariali e occupazionali per tutti i lavoratori coinvolti.

Quattro punti vendita (Aprilia, Frosinone, Velletri, Pomezia via Cavour) degli otto coinvolti, verranno chiusi, mentre per gli altri scatta la riorganizzazione.

In totale sono 145 i lavoratori interessati dalla procedura, non vi sarà però alcun licenziamento. Si aprono le procedure con incentivi all’esodo su non opposizione, cioè unicamente su scelta volontaria. Unicoop Tirreno erogherà un incentivo all’esodo pari a 37 mila euro riproporzionato ma non riparametrato.

 

Per gli eventuali trasferimenti che dovessero rendersi necessari saranno applicate le vigenti tutele derivanti dalla contrattazione nazionale e di secondo livello.

 

I lavoratori che, invece, sceglieranno il trasferimento volontario avranno garantite:

 

-2500 euro per i trasferimenti operanti nel comune di Roma,

-5000 euro per i trasferimenti verso le sedi distanti fra 100 e 150 km dal proprio luogo di residenza,

-7500 euro per i trasferimenti verso le sedi distanti più di 150 km dal proprio luogo di residenza.

 

In ogni caso, la cooperativa si è impegnata a trasferire i lavoratori unicamente verso le sedi operanti sempre nel sud del Lazio e nel comune di Roma.

 

Rimane sempre aperto il tavolo di confronto a livello territoriale per verificare il piano di riorganizzazione.

 

Il raggiungimento di questo accordo mostra la forza dei lavoratori, senza la loro organizzazione tutti gli otto negozi nel sud del Lazio sarebbero già stati chiusi o, nella migliore delle ipotesi,ceduti.

 

USB sta già organizzando le assemblee nei luoghi di lavoro per informare tutti i lavoratori dei risultati ottenuti.

 

 

 

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