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"Operazione Anagnina" costi/benefici a vantaggio di chi?

Roma,

Tutto fa pensare che anche la Regione Lazio, con gli atti che predispongono la presa in affitto dei locali sulla via Anagnina, non voglia essere da meno dei Governi che si sono susseguiti con i vari provvedimenti a sostegno di quelle Banche trovatesi in difficoltà. Infatti, con l’operazione Anagnina, di comune accordo con i sindacati CGIL, CISL, UIL e CSA, l’Amministrazione Zingaretti, che da segretario del PD ha chiesto recentemente anche il cambio di sede del Partito Democratico (probabilmente è una malattia dei politici), vorrebbe utilizzare denaro pubblico per prendere in locazione alcuni edifici ad uso industriale all’interno del complesso Ericsson di via Anagnina di proprietà della Banca Release S.p.a., per trasferirvi una parte del personale regionale che potrebbe essere tranquillamente dislocato, a costi ben più contenuti, presso locali di proprietà della Regione, situati per altro in una zona più centrale della città. Ci preme sottolineare che il problema da noi sollevato non è il cambio di sede, come vorrebbe far credere l’Amministrazione, ma le modalità a dir poco singolari che hanno portato alla scelta degli immobili ex Ericsson di via Anagnina .

 

Lasciamo alle competenti sedi il giudizio sulla regolarità delle procedure che la Regione ha adottato per individuare gli immobili di via Anagnina e, visto che siamo stati invitati dall’Amministrazione stessa ad effettuare un sopralluogo, del quale per altro non è stato redatto alcun verbale che ne possa formalizzare gli esiti, vanificandone così l’efficacia formale, non ci resta che dare ai lavoratori la corretta informazione su quanto da noi rilevato durante il predetto sopralluogo, effettuato nella mattinata del 21/03 u.s., alla presenza del rappresentante del proprietario del complesso e di un rappresentante dell’Amministrazione regionale, negli ambienti che dovrebbero ospitare più di mille dipendenti regionali. Innanzitutto gli ambienti visitati, tutti catalogati come edifici ad uso industriale (come documentato), non risultano idonei alla destinazione d’uso ad uffici pubblici e si trovano in stato di abbandono e di degrado totale da almeno cinque anni (come asserito dal rappresentante della proprietà presente al sopralluogo). Lo stato di abbandono e di degrado presentato è tale per cui, prima di poterne ottenere la fruibilità, si rendono necessari numerosi interventi di manutenzione e di messa a norma (ascensori, impianti elettrici, sistema termico, postazioni lavoro, ecc…). Oltre alle canoniche certificazioni tra cui la trasformazione di destinazione d’uso, si rende indispensabile anche la certificazione relativa all’esclusione della presenza di amianto, ovvero un intervento di bonifica, così come fatto a suo tempo dalla Soc. Ericsson per gli edifici occupati dai propri dipendenti e per le zone comuni del complesso industriale. Si rende necessaria inoltre anche una valutazione della soglia di pericolo per l’intensità dei campi elettromagnetici considerate le numerose antenne dei ripetitori presenti sull’edificio.

 

Da non sottovalutare infine il problema dell’attivazione dei servizi indispensabili ad adeguare l’ambiente lavorativo ad ospitare i circa 1000 dipendenti, per i quali non sono stati ancora neanche predisposti gli atti per l’indizione delle relative gare di appalto, come previsto dalla vigente normativa: - mensa: attualmente il servizio è calibrato per 1.000 pasti (dipendenti Ericsson) ai quali devono aggiungersi altre mille dipendenti regionali. Quindi molto probabilmente dovrà essere rifatta la gara e soprattutto studiata una corretta interazione con gli altri inquilini per stabilire orari e tempi per poter accedere alla mensa senza dover “fare a cazzotti” per poter usufruire del servizio (piccola riflessione per chi legge: qui veramente si parla di 2.000 pasti non come per la gara della sede centrale!!!!); - Servizio Bar: adeguato alla domanda e agli orari d’ufficio del personale regionale; - navette: idem per quanto concerne gli orari dei passaggi sia in entrata che in uscita; - servizio di pulimento; - servizio manutentivo degli impianti elettrici, degli ascensori e dell’impianto termico; - servizio di guardia; - accesso al pubblico: si è constatato ed è stato confermato sia dal rappresentante della proprietà dell’immobile sia dall’architetto dell’Amministrazione che per rendere fruibile al pubblico la nuova sede, ci sono numerose trasformazioni da fare, a partire dagli ascensori bloccati da un fermo amministrativo del Comune di Roma (come da foto allegata) fino ad arrivare all’accessibilità per le persone disabili.

Ad oggi ci risulta che non è stata ancora neanche prevista l’apertura di un opportuno tavolo di confronto con il Municipio, l’Atac e la Regione per affrontare tutte le problematiche che il nuovo scenario verrà a creare in quel quadrante della Città. E’ nostro convincimento pertanto che l’Amministrazione, oltre a dover almeno rivedere il crono programma dei trasferimenti qualora tale operazione venga malauguratamente legittimata dalle competenti sedi di controllo e giudiziarie presso le quali attualmente pende un giudizio nel merito, debba decidere comunque di riconsiderare completamente la fattibilità dell’operazione Anagnina considerando che a rimetterci non sarebbero solo i lavoratori e l’erario ma anche gli utenti che si vedrebbero costretti ad attraversare la città per poter usufruire dei servizi previsti per i cittadini della nostra Regione.

 

Dopo questo sopralluogo siamo ancor più determinati a contrastare presso tutte le sedi competenti questa scelta fatta dalla Regione Lazio che risulta palesemente dannosa per l’interesse pubblico, per i lavoratori e per l’utenza. In ogni caso, vi continueremo a tenere informati su tutte le iniziative che metteremo in atto a tutela del diritto e della dignità dei lavoratori e dei cittadini nel merito di questa vicenda. USB DALLA PARTE DEI LAVORATORI, SEMPRE!!!