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Giustizia allo sfascio, ecco il triste panorama del degrado strutturale degli uffici giudiziari italiani

Roma,

Un’aria da incubo quella che si respira nei palazzi di giustizia italiani. Oltre agli uffici giudiziari semivuoti a causa della cronica carenza di personale, alle migliaia di fascicoli accantonati nelle cancellerie perché manca il personale per mettere in esecuzione i provvedimenti dei giudici, ci sono seri problemi per quanto riguarda le strutture giudiziarie.

 

Un degrado strutturale che discende da anni di tagli sulla pubblica amministrazione che impediscono la manutenzione ordinaria e periodica, nonché la programmazione di interventi migliorativi sulle strutture.

A questo si aggiunga che dal 2015 la responsabilità della manutenzione degli edifici giudiziari è passata dai Comuni in capo all’amministrazione giudiziaria.

Peccato che a tutt’oggi manchi il personale qualificato, come ingegneri, architetti, geometri per fare fronte alle esigenze e alle emergenze della manutenzione.

 

Per avere un quadro della drammaticità della situazione citiamo solo alcuni degli ultimi avvenimenti:

 

al tribunale di Roma che non è solo il più grande d’Europa ma anche il più martoriato, dopo l’amianto, i cedimenti dei soffitti, la presenza di topi, gli ascensori che si guastano in continuazione, ora è arrivata anche la legionella, con grave rischio di salute per gli operatori della Giustizia e per tutti coloro che frequentano i luoghi;

 

il palazzo di giustizia di Paola, a seguito di un black out, è completamente al buio da oltre tre giorni e ancora non si è trovata una soluzione;

 

il palazzo di giustizia di Bari dopo i cedimenti strutturali e le assicurazioni che entro novembre 2018 il problema sarebbe stato risolto, ancora non funziona a pieno;

 

gli uffici giudiziari di Siena, Treviso, Bari, Sassari, S. Maria C.V. e tanti altri, hanno ancora impianti di climatizzazione inefficienti se non addirittura inesistenti, con temperature da forno in estate e da gelo in inverno;

 

il palazzo di giustizia di S. Maria Capua Vetere non garantisce l’incolumità delle persone nel caso dovesse verificarsi un evento sismico.

 

Cosa dire poi delle inchieste che riguardano Gela, i crolli a Marsala, l’incidente di Milano occorso ad un avvocato, le cabine di alcuni ascensori della Cassazione precipitate, il certificato di prevenzione incendi e agibilità mancante in alcuni uffici?

 

È uno scenario di degrado e di abbandono degli edifici giudiziari ormai sotto gli occhi di tutti. Tranne di chi non vuole proprio vedere.

 

La USB P.I. - Giustizia da anni insiste con l’amministrazione affinché si doti di un piano di manutenzione capace di mettere in sicurezza tutti i palazzi di giustizia e di salvaguardare la salubrità dei lavoratori.

Per fare ciò occorrono nuovi investimenti per potenziare la Direzione generale Risorse e Tecnologie del DOG, con a capo un esperto che abbia le competenze necessarie per governare la sicurezza degli uffici nonché assumere le figure qualificate da inviare negli uffici periferici.

 

USB P.I. - Giustizia