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L'abito non fa il vigile del fuoco: la strana storia dell'addetto stampa del corpo nazionale VVF

Nazionale,

Le cose strane che avvengono in questo dipartimento non finiranno mai di stupirci. Regole mai ascoltate. Circolari che sembrano Dio. Prefetti che la fanno da padroni e lettere anonime, ma non troppo.
Durante l’audizione in sede disciplinare per i tre procedimenti che ci hanno coinvolti dopo la partecipazione di USB al Pride (cosa che ha fatto tanto arrabbiare il capo dipartimento e il capo del corpo dei vigili del fuoco) è emerso, dall’amministrazione, che l’addetto stampa del corpo ha abusato di fregi, uniforme e quant’altro con il benestare di tutti.
Addirittura: “Non è neanche un vigile ma un appartenente al corpo nazionale”. Un amministrativo. Sì, un contabile, uno di quelli che lo stesso corpo nazionale, a quanto pare, reputa “esseri inferiori”. La cosa più bella non sta tanto nel “reato commesso” ma nel modo in cui il dipartimento intende risolvere il problema. Una bella lettera anonima a se stesso.
Ecco l’astuto piano. Il dipartimento con grande sprezzo del pericolo si invia una lettera anonima con dovizie di particolari. La nota che denuncia Luca Cari viene quindi recapitata a ministro, sottosegretario, capo dipartimento e capo del corpo; e naturalmente allo stesso direttore centrale delle risorse umane.
Ora la storia per concludersi dovrebbe vedere il “mea culpa” del superiore dipartimento: ma questa cosa molto probabilmente non la vedremo mai. Del resto anche le “discipline” vengono fatte con firme illegittime. Matrimonio gay nei vigili del fuoco docet.
Noi comunque sappiamo nomi, cognomi e fatti. Perché a noi la verità piace: il pettegolezzo e l’anonimato “NO”.
Dimenticavamo: al collega, Luca Cari, offriamo assistenza in “disciplina” e a lui va tutta la nostra solidarietà.

Coordinamento nazionale Vigili del Fuoco USB