contro il Jobs Act
che condanna le lavoratrici e i lavoratori ad un mondo di precarietà; contro il famigerato testo unico sulla rappresentanza del 10 Gennaio.
per il diritto di sciopero.
Contro la Commissione di garanzia che oltrepassa ogni logica e interpreta in modo estensivo la legge stessa.
contro il sistema degli appalti e subappalti
che crea lavoratori vittime di ricatti, caporalato e salari da fame e contro il lavoro festivo e domenicale nella grande distribuzione.
La logica dello sfruttamento selvaggio battezzata dal decreto “Salva Italia” di Monti, sta distruggendo l'idea del giorno di festa. La possibilità dei negozi e dei centri commerciali di aprire nei giorni di festa, oltre che le domeniche, è stata sin da subito recepita da chi, sulle spalle dei lavoratori, sta creando sempre più precarietà e bassi salari.
La crisi del commercio non è collegata alle aperture domenicali e festive e alla liberalizzazione degli orari, ma dalla mancanza di reddito diretto e indiretto dei consumatori. Il decreto “Salva Italia”, infatti, non ha per niente determinato una crescita occupazionale bensì la chiusura di migliaia di esercizi commerciali e per i lavoratori aumento dei carichi di lavoro, maggiore precarietà, flessibilità, salari da fame, annientamento del rispetto dei tempi di vita e di lavoro, del riposo domenicale e festivo.
Le complicità dei sindacati confederali e della classe politica hanno garantito fino ad oggi che questo progetto andasse avanti senza intralci. Gli stessi sindacati che ad oggi recitano una vera e propria farsa opponendosi al lavoro festivo e dichiarando scioperi, quando in realtà in molte aziende del commercio, come in Coop Adriatica hanno firmato integrativi aziendali che, di fatto, rendono implicitamente obbligatorio il lavoro festivo. Una vera e propria divisione tra festivi di serie A e festivi di serie B che l’ordinamento e i CCNL non prevedono ma che viene letteralmente inventata da Cgil- Cisl e Uil, rendendo così passibili di sanzioni quelle lavoratrici e lavoratori che si rifiutano di lavorare in giorno festivo.
Così anche il primo maggio molti negozi, soprattutto del centro, resteranno aperti, e ancora una volta il lavoro festivo sarà spacciato come un obbligo, ancora una volta le lavoratrici e i lavoratori sono privati di un diritto fondamentale, quello di poter manifestare il giorno dei lavoratori.
Ora è arrivato il momento di fermarli!