Appare oltremodo ipocrita, snervante e offensivo della dignità, delle condizioni materiali e della coscienza dei lavoratori, il triste e insopportabile rituale messo in scena ogni anno da CGIL-CISL-UIL, insieme a forze politiche che, come il PD, bastonano i lavoratori e poi vanno in piazza al loro fianco: muovono le loro burocrazie ogni giorno della settimana per togliere salario e diritti ai lavoratori e poi il giorno di festa vogliono sfilare al loro fianco; producono politiche sindacali contro ogni libertà associativa (come il vergognoso Testo Unico sulla Rappresentanza del 10/01/14) e poi vorrebbero apparire come quelli che “rappresentano” i lavoratori; approvano politiche del lavoro che sono il preciso disegno voluto dalla classe padronale per “gestire” una forza lavoro che DEVE essere (PER LORO) precaria e ridotta al “lastrico” e poi non si vergognano di fare proclami a tutela dei lavoratori, mentre camminano sulla loro stessa strada.
Non è solo ora di dire BASTA, è anche ora di FARE ALTRO. Perciò l’Unione Sindacale di Base ha deciso quest’anno di staccarsi dal percorso classico della “processione e della farsa”, che ci genera solamente un ulteriore senso di rivolta, e di proporre ai lavoratori una diversa dimostrazione di lotta e di solidarietà.
Il presidio deciso da USB sotto la Mole Antonelliana, sede del Museo del Cinema, ha il significato di rafforzare le lotte contro il lavoro precario, che è presente in questa sede, in quanto sappiamo bene quali paghe e quali modalità di lavoro vengono applicate agli operai delle cooperative, alcune delle quali, come la REAR, gestiscono un enorme giro d’affari ben noto al PD e alle altre forze politiche. Un luogo, questo Museo del Cinema, che è divenuto ormai uno dei simboli più importanti della nostra lotta per “liberare” i lavoratori da una precarietà che a parole è osteggiata da tutti, ma nei fatti è voluta nel sistema. Non potevamo andare, in questa stessa giornata (anche se avremmo voluto farlo) in tutti i luoghi in cui OGGI molti lavoratori sono “costretti” a lavorare, nelle condizioni che ben sappiamo, e in virtù di quelle stesse leggi e di quegli stessi contratti di lavoro che CGIL-CISL-UIL hanno firmato (per esempio nel settore commercio, o nel settore vigilanza, delle cooperative ecc ecc…) nonché in virtù di quelle leggi che hanno reso sempre più precario il rapporto di lavoro, senza che nessuno dei sindacati sopra elencati abbia mai accennato a lottare per opporsi (anzi…): parliamo ad esempio delle Leggi Treu, Biagi, per finire con la Fornero, o l’imminente Job Act del governo Renzi.
Come non parlare poi dell’intollerabile complicità (non si può definire diversamente) di CGIL-CISL-UIL con uno dei più tremendi piani industriali (andrebbe forse definito un piano di “macellazione” operaia) dell’Italia del dopo-guerra: il “piano” Marchionne, che ha come compito quello di azzerare la coscienza e la pratica sindacale in questo paese (oltre ovviamente di massimizzare i profitti industriali del gruppo con le tremende politiche di azzeramento del lavoro invece che con il rilancio delle attività).
Non è poi possibile negare che il piano Marchionne sia per il padronato intero la “pietra angolare” con cui regolare i conti con tutti i “nemici”, ovvero con l’intera classe dei lavoratori: basta vedere quelle che sono le direttive da tenersi nel Pubblico Impiego, dove, per quanto possibile, si porta avanti la stessa politica (stop a tutti i rinnovi di contratto, blocco assunzioni, esuberi, esodati ecc ecc….)
Tutto questo intero piano, che ci sembra doveroso attribuire alla Troika europea degli interessi capitalisti, è portato avanti con la complicità ormai più che manifesta di CGIL-CISL-UIL. Stare al loro fianco ci è impossibile, fare ALTRO, ovvero costruire le lotte e riconquistare un 1 maggio che sia davvero di festa per i lavoratori, invece ci è possibile, e stando insieme lo faremo.