Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Editoriale

10 giugno, manifestazione USB al MUR per una vera “rivoluzione” del sistema universitario

Nazionale,

Dopo il lockdown, USB continua a riprendersi le piazze. Il 10 giugno è la volta dell’Università che insieme agli studenti, ai lavoratori della Scuola, della Ricerca e della Scuola dell’infanzia e Asili Nido manifesteranno al Ministero dell’Istruzione e a quello di Università e Ricerca, per chiedere al governo di mettere in moto la vera “rivoluzione” di cui il Paese ha bisogno per uscire dalla crisi economica.

Con il Decreto Rilancio il governo avrebbe dovuto fornire gli strumenti utili al Paese per superare la crisi economica scaturita dall’emergenza sanitaria. In realtà da quel provvedimento emerge la miopia di un governo che, anziché puntare al rilancio di settori strategici - come quelli della Formazione, dei Saperi e della Ricerca - per riavviare lo sviluppo economico e sociale del Paese, continua a supportare il modello di sistema liberistico che proprio nell’epidemia ha mostrato tutti i suoi limiti e le sue contraddizioni. 

La “rivoluzione” che in ambito universitario USB chiede al governo è un investimento strutturale per una riforma organica dell’intero sistema. Abbandonando le strategie che negli ultimi anni hanno impoverito l’Università, che generano abbandono degli studi, fughe di cervelli, precariato e processi di aziendalizzazione degli Atenei.

USB denuncia l’inadeguatezza delle manovre sporadiche e insufficienti dei recenti decreti governativi per riconoscere al settore il ruolo costituzionale che gli compete.

Riteniamo che:

  • i fondi stanziati sono insufficienti e se utilizzati con gli attuali criteri meritocratici accentueranno le disuguaglianze tra gli atenei; non solo investimenti sul sistema Università, ma anche una distribuzione solidaristica delle risorse per evitare l'impoverimento culturale di aree strategiche;
  • il piano straordinario per soli 3333 RTDA è insufficiente per soddisfare le necessità di docenti di ruolo, e causerà l’allontanamento dall’Università di circa il 90% degli RTDB e degli Assegnisti dopo anni di precariato sottopagato;
  • non sono sufficienti le 13.200 borse di studio per scuole di specializzazione medica a fronte di circa 20.000 laureati aventi titolo;
  • il decreto si limita a stabilire pochi ampliamenti dei beneficiari di esenzioni e di borse di studio. Il diritto allo studio, invece, deve essere garantito anche a chi è privo di mezzi.

Chiediamo:

  • risorse con finalità predeterminata per l’adeguamento delle strutture e degli ambienti necessarie ad ospitare, in sicurezza, le attività in presenza, cancellare quei limiti che fintamente giustificano il numero chiuso, superare la ormai cronica carenza di servizi causata dai continui
  • una riforma degli inquadramenti professionali del personale docente e ricercatore per un reale superamento del precariato;
  • piani straordinari di assunzione del personale TAB, necessari dopo anni di blocco del turn over che sta determinando un sottorganico non sostenibile;
  • rinnovi contrattuali del personale che permettano incrementi salariali adeguati al ruolo svolto e progressioni di carriera slegate dal calcolo dei Punti Organico Ministeriali (POM), così da uniformare il personale Universitario a quello delle università europee;
  • a fronte dei disagi economici determinati dalla crisi pandemica, con un previsto calo delle immatricolazioni, immediati provvedimenti del governo che rispondano all’esigenza prioritaria di tutelare il diritto allo studio.

Nei periodi di crisi, gli altri paesi europei hanno investito maggiormente sul sistema pubblico scolastico, della ricerca e dell’università. Nel nostro paese si continua a foraggiare il privato, secondo logiche di profitto dettate dal mercato. Disparità di condizioni che privano di futuro intere generazioni di giovani.  

USB chiede un cambio di rotta, affinché tutti i ceti sociali e in tutti i territori possano accedere uniformemente alla formazione universitaria e siano tutelati i diritti di chi nel sistema lavora e dovrebbe operare essendo valorizzato e coinvolto.

 

Per rilanciare formazione, saperi e ricerca pubblica partendo dai diritti dei lavoratori e degli studenti per un sapere libero e di tutti

 

10 GIUGNO, APPUNTAMENTO ORE 11 - SEDE DEL MUR – VIALE TRASTEVERE, 76

 

Roma, 8 giugno 2020

                                                                                                                                  USB PI - Università