Prendiamo felicemente atto dell’impegno preso dal Direttore Generale, davanti ai precari, per la firma della stabilizzazione a partire da domani.
La vicenda dei precari sembra, così, positivamente risolta dopo l’allarmismo suscitato dalla DG con le lettere di revoca dei contratti inviate il 13 marzo e per le quali sono stati necessari giorni e giorni di denunce pubbliche di questo Sindacato affinché il Direttore Generale prendesse parola per garantire lavoro vero ai precari.
Del resto nessun’ altra decisione era possibile, essendo la stabilizzazione un atto dovuto e non subordinato ad alcuna autorizzazione regionale, così come dichiarato pubblicamente anche dal Presidente della Commissione Lavoro e dall’ex Assessore alla Sanità della Regione Lazio.
Per il resto, quanto abbiamo assistito nell’assemblea con i precari di questa mattina parla da solo: un’assemblea richiesta da cgil e cisl, che dovrebbero essere dei sindacati, che si risolve in uno show personale del Direttore Generale che tiene lezione per quasi un’ora.
Come al solito ce n’è per tutti: agli Infermieri “insegna” come si lavora, ai sindacalisti “spiega” il confronto leale e il coraggio delle idee in un crescendo di luoghi comuni e frasi ad effetto.
La parte migliore della lezione è stata riservata, bontà sua, al nostro Sindacato reo di aver creato allarmismi per meri fini strumentali – ovviamente senza mai spiegare quali e, soprattutto, fingendo di ignorare che la revoca dei contratti porta la firma di un Direttore dell’ARES, per il quale non una parola di autocritica è uscita dalla bocca del DG.
Una progressione di criminalizzazione nei nostri confronti, con il beneplacito di cgil e cisl, dove l’ accusa più gentile è stata quella di essere “demolitori” e poi, alla nostra richiesta di confronto, i rappresentanti di cgil e cisl se ne sono andati e il DG ha continuamente interrotto l’intervento.
Insomma un film già visto che continua a spiegare molto bene nei fatti, che valgono assai più di mille parole in libertà, cosa sia il rispetto e chi, in realtà, vuole leggere in chiunque si opponga un nemico da abbattere.
Per quanto ci riguarda siamo sereni, tanto da non sentire la necessità di interrompere continuamente chi parla e talmente tanto è il coraggio delle idee da sostenere qualsiasi confronto senza dover alzarci ed andarcene da un’assemblea di lavoratori.
Siamo orgogliosi di non avere un buon indice di gradimento da parte della Direzione per avere il quale, è necessario, ripetere supinamente di si, con i risultati - in termini di diritti e salario - evidenti a tutti.