Lo sciopero del 24 e 25 settembre, proclamato da USB, Unicobas, Cub e Cobas Sardegna, nasce dal bisogno impellente di garantire a tutti i lavoratori della scuola e agli studenti di rientrare in aula in sicurezza, di trovare spazi adeguati e sani, di avere tutti gli insegnanti in servizio dal primo giorno, di svolgere lezioni vere, in presenza, senza rischi.
Nei mesi trascorsi dall’inizio dell’emergenza sanitaria, abbiamo monitorato tutte le azioni concrete del Ministero dell’Istruzione, confrontandole con la propaganda, e l’esito è stato miserevole: investimenti scorretti e inadeguati, interventi sull’edilizia scolastica praticamente nulli, per non parlare delle complicazioni derivanti dalle innovazioni al sistema di reclutamento dei supplenti per cui ancora gli organici delle scuole sono, quando va bene, dimezzati. Di stabilizzazioni del personale docente non parliamo: i concorsi tanto pubblicizzati sono in alto mare e in ogni caso le immissioni in ruolo non potranno che avvenire il prossimo anno scolastico. Il personale ATA continua a soffrire la scarsità di collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici, con un sovraccarico di lavoro inimmaginabile e ingestibile. Il personale internalizzato è ancora spesso in regime di part-time perché non ovunque sono stati estesi i contratti full-time (che comunque scadranno il 31 dicembre).
L’attacco che si sta muovendo in queste ore alla nostra organizzazione e alle organizzazioni che con noi hanno promulgato lo sciopero, l’attacco diretto al diritto di sciopero, la definizione di “inopportuno” da parte di chi gestisce l’autorità garante per il diritto allo sciopero (ultimamente garante della soppressione di questo diritto essenziale) per questo momento di manifestazione comune del disagio, della sofferenza personale e lavorativa, dell’unica ambizione di svolgere il proprio lavoro in sicurezza e stabilmente, non è che la conferma della necessità di questa due giorni!
Aderente
alla FSM