Il governo ha deciso di riaprire la fase contrattuale del pubblico impiego e, nel mezzo della pandemia che stiamo vivendo, particolare importanza assume il CCNL della Sanità con i suoi dipendenti più volte osannati come Eroi e ripagati con la mancia del bonus, senza reali miglioramenti salariali strutturali ed in condizioni di lavoro sempre più usuranti.
Mentre i sindacati complici confederali pensano ai fondi pensione da loro gestiti, mentre i sindacati corporativi di settore illudono con mistificanti promesse di contratti separati per le professioni sanitarie, USB presenta la sua piattaforma "Il Contratto della Sanità che Vogliamo", con punti chiari ed attuabili, che riteniamo siano fondamentali per avere lavoratori e lavoratrici della sanità soddisfatti e sani.
Il prossimo contratto quindi, dovrà contenere elementi che costituiscano una effettiva valorizzazione di tutti i dipendenti del comparto Sanità sicuramente dal punto di vista economico, anche riconoscendo la necessità di rivalutare tutte le indennità professionali ferme da oltre dieci anni, ma anche tramite una parte normativa che, attraverso la riqualificazione di tutto il personale, non conceda spiragli a pericolose derive corporative che renderebbero ancora più fragile e frammentato un sistema già fortemente indebolito dalal regionalizzazione.
Uno dei punti su cui partire per la proposta riguarda :
8 - Mensa
Una barocca e fumosa formulazione insinua, nell’ultimo contratto, il dubbio che la mensa non
sia più un diritto specialmente per il personale turnista. Ebbene dato che il pasto e la mensa
invece continuano a essere un diritto, occorre ribadire, senza possibilità di fraintendimenti, che le
Aziende Sanitarie devono garantire il diritto alla consumazione del pasto a tutti i dipendenti in
servizio a prescindere dall’articolazione oraria e dal turno e che in carenza di ciò, sono tenute a
sopperire mediante erogazione di buono pasto.