Non si dica mai più che le forze dell’ordine genovesi non hanno a cuore la questione armi. Le cercano incessantemente da più di un anno, con artificieri e cani antiesplosivi. Peccato che le facciano sempre nei posti sbagliati, cioè a casa dei lavoratori del Calp, dove puntualmente non trovano niente. Nel Porto di Genova continua intanto come nulla fosse il traffico di navi stracariche di armi ed esplosivi ma lì niente, su quei vascelli nessuno mette il becco.
È accaduto di nuovo l’altro giorno a un lavoratore appena passato dalla Cgil a USB, la cui abitazione è stata perquisita alla ricerca di esplosivi, polvere da sparo, bengala e altri artifizi pirotecnici. Naturalmente la perquisizione si è conclusa con esito negativo, così come già accaduto in passato.
USB esprime tutta la propria solidarietà militante al lavoratore e al Calp e invita cordialmente le forze dell’ordine e la magistratura genovesi a cercare altrove. Magari a bordo della nave Bahri, che si sta dirigendo verso il porto turco di Iskenderun carica di armi destinate a combattere il popolo curdo. Quando la nave Bahri farà nuovamente scalo a Genova cercate lì, non nelle case dei lavoratori che da sempre si oppongono al traffico di armi nei porti italiani.
Unione Sindacale di Base