Guidati dal Corriere, che ancora oggi apre l’edizione nazionale e le prime due pagine tutte incentrate sul tema case occupate, polizia, carabinieri e guardia di finanza stanno procedendo imperterriti all’annunciato programma di sgombero di 200 abitazioni occupate a Milano. Questa mattina sono stati svuotati anche due centri sociali. Con scontri, fermi, lacrimogeni, manganellate. Il solito armamentario. Questa è la soluzione di Comune, Prefettura, Governo, Aler al problema, drammatico, della casa a Milano. Di dare alloggi decenti e a prezzi popolari a chi ne ha bisogno, non ci pensano nemmeno. Si grida solo al racket, all’abusivismo, all’illegalità scatenando anche una guerra tra poveri, tra i penultimi e gli ultimi della società: complimenti sindaco Pisapia! La realtà è che l’Italia è, tra i Paesi più ricchi d’Europa, quello con la minor percentuale di edilizia popolare pubblica. Secondo i dati diffusi da Eurostat nel 2011, da noi solo il 5,3 per cento delle famiglie beneficia di forme di sostegno per la casa contro il 17 della Francia, il 18 della Gran Bretagna e addirittura il 32 dell’Olanda. Ciliegina, anzi, ciliegiona sulla torta, sta per essere messo in pratica il decreto attuativo del ministero delle Infrastrutture che porrà in vendita tutte le case popolari ex Iacp ed enti locali. Ideato dal famigerato Maurizio Lupi, che ogni giorno ne dice una di troppo, mette all’asta immobili e appartamenti al “valore di mercato”. Unica “agevolazione” per chi li abita il diritto di prelazione. Ma al valore di mercato sono pochi gli inquilini che si potranno permettere di acquistare i loro appartamenti, altrimenti non vivrebbero nelle case popolari che, si sa, non si distinguono per essere abitazioni di gran pregio. Verrà così totalmente liquidato il patrimonio abitativo a prezzi sociali e calmierati italiano. E i poveri, i disoccupati, quelli che hanno uno stipendio di 700 euro al mese che fine faranno? Saranno sbattuti in strada. O si uniranno a quelli che già oggi occupano case. E’ il nostro spassionato consiglio.
Aderente
alla FSM