Questo è un brano di una “canzoncina” che il Console italiano ad Osaka, Mario Vattani, ha cantato durante la sua partecipazione ad un Festival organizzato da “Casa Pound” (nota organizzazione neo-fascista) prima della partenza per il suo incarico presso il consolato di Osaka. Questo gli è valso un balzo agli onori della cronaca e l’interessamento addirittura del Quirinale, che ha chiesto alla Farnesina di procedere celermente alle “adeguate” sanzioni nei confronti di chi, ricopre un alto incarico pubblico e per giunta rappresenta la nostra nazione in una importante città del Giappone come Osaka. Sempre in questa “famosa” apparizione in veste di cantante rock il Console Mario Vattani ha elogiato (così riportano molti articoli di giornale ed è visibile sul web) la famigerata “Repubblica di Salò” e definito la Repubblica d’Italia, nata dalla Resistenza contro il Nazi-fascismo, la “Repubblica degli epuratori”. Come è possibile che un funzionario dello Stato come il “Console” possa andare in giro per il mondo a rappresentare proprio quella Repubblica definita in termini più che offensivi, oltraggiosi?
È inoltre necessario rilevare il comportamento del Ministero degli Affari Esteri, che non interviene tempestivamente sul caso, ad oggi ci risulta che il Console sia ancora nel pieno delle sue funzioni ad Osaka, e questo forse anche per il fatto che Mario Vattani è figlio dell’ex Segretario Generale del Ministero Umberto, come sostiene V. Nigro su La Repubblica del 17 gennaio 2012.
Il Ministro Terzi partecipando alla trasmissione televisiva “Otto e mezzo” di Lilli Gruber, ha ammesso la lentezza e promesso tutto il suo impegno per accelerare il procedimento e auspica una sanzione molto pesante nei confronti del Console. È piuttosto singolare però che il Ministro abbia, nell’intervista alla Gruber, posto all’ultimo la questione di “principio” (l’Antifascismo Costituzionale), citata solo dopo l’aspetto negativamente “mediatico” dell’episodio (gli articoli di stampa e un quesito senza risposta chiesto dal quotidiano la Repubblica).
Come lavoratori/lavoratrici, come sindacato, ci rifiutiamo di essere rappresentati da questo tipo di diplomatici. Il nostro profondo spirito democratico ci impone di chiedere che la questione del “Console” di Osaka sia affrontata molto seriamente e nel più breve tempo possibile, che siano inoltre rese pubbliche le sanzioni somministrate.
Resta, in ultimo, da chiedersi com’è possibile che una persona con tale “temperamento” possa essere diventato Console?
Aderente
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