Mentre la Regione aiuta gli insegnanti della Formazione professionale nei Centri servizi si smantella
A rischio 220 impiegati negli ex uffici del lavoro
Cagliari - I soldi ci sono, la legge consente pure di tenere in vita quei posti di lavoro, ma non basta. E così, entro giugno, 220 impiegati che lavorano nei Centri dei servizi per il lavoro delle province sarde rischiano di ritrovarsi disoccupati.
Il problema, in realtà, nasce perché si sta cercando di risolverne un altro: quello degli insegnanti disoccupati della Formazione professionale. La Regione, infatti, intende favorire il loro inserimento negli uffici delle otto Province che svolgono le funzioni degli ex uffici di collocamento, dove già lavorano le 220 persone assunte sulla base di un concorso pubblico che si era svolto nell'ambito del Programma operativo regionale (Por) 2000-2006, misura 3.1..
IL PROBLEMA Il provvedimento che apre le porte dei Centri servizi lavoro al personale della Formazione professionale inquadrato nella legge 42/'89 è contenuto nel disegno di legge sulla manovra finanziaria 2009 varato dalla giunta regionale. Secondo l'RdB-CUB, se da una parte la norma conferma lo stanziamento di 2 milioni all'anno a favore delle Province per l'erogazione dei servizi per l'impiego, dall'altra rischia di mettere sulla strada dei dipendenti che, invece, potrebbero continuare a lavorare nell'ambito del nuovo Por 2007-2013. In caso contrario quei lavoratori che, oltre ad avere vinto un concorso pubblico, hanno già acquisito esperienza e professionalità si ritroverebbero disoccupati, e nascerebbe una nuova emergenza sociale.
LA VERTENZA Tanto che il coordinatore regionale Enrico Rubiu parla del «pericolo di una nuova ondata di disoccupazione che va ad aggiungersi a quelle che si sono generate dai casi Eurallumina, Legler e Queen capace di deteriorare ulteriormente la situazione già molto grave del mondo del lavoro in Sardegna». Per questo il sindacato chiede alla giunta di modificare l'articolo 3 comma 9 della finanziaria 2009, con una nuova norma che autorizzi le Province a prorogare gli attuali contratti anche dopo la conclusione, a giugno, del progetto Por 2000-2006, ma anche a predisporre un apposito disegno di legge che garantisca ai lavoratori già impiegati di restare in servizio. Porte aperte anche agli insegnanti della Formazione professionale: anche loro, secondo l'RdB, devono trovare spazi nei Centri servizi lavoro, ma solo fino a quando non ottengano un impiego definitivo, magari nei settori di loro competenza.
di NICOLA PERROTTI - 11 aprile 2009 - L'Unione Sarda