Le dichiarazioni rilasciate dal Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi sulla probabile estensione del fondo di sostegno al trasporto aereo fino al 2018 devono essere lette con estrema attenzione.
Da una parte era doveroso e importante che il Governo facesse finalmente chiarezza sul proseguimento del nostro fondo di sostegno, il quale si autoalimenta e garantisce il reddito di migliaia di dipendenti coinvolti nei piani di ristrutturazione di quasi tutte le aziende del settore, oltre il 2013, in modo da superare l’incertezza creata dalla riforma Fornero.
Dall’altra, invece, il richiamo ad una proroga di 3 anni di tale istituto sembra pensata per gestire tutte le crisi occupazionali del settore con le stesse modalità fallimentari che abbiamo dovuto subire dal 2008 a oggi, partendo da quella che sta investendo oggi la SEA di Milano e quelle che scoppieranno nel 2015 quando finiranno gli accordi di mobilità, cassaintegrazione e solidarietà in corso in Alitalia, in CAI, in Meridiana e in tantissime aziende aeroportuali.
Il rischio che corrono tutti i lavoratori del settore è quello di vedere l’esperimento Alitalia, che può vantare risultati totalmente disastrosi con costi sociali e sindacali altissimi, elevato a modello industriale e di relazioni sindacali: controllo sociale dei licenziamenti tramite l’utilizzo massiccio di ammortizzatori sociali e destrutturazione definitiva di questo settore e dei suoi contratti.
Questo modello nefasto necessita di una complicità tra sigle confederali e associazioni datoriali che garantisca il buon esito di questa espulsione di massa, cercando di isolare qualsiasi forma di opposizione indipendente e conflittuale come la nostra, anche attraverso il probabile tentativo di applicare i contenuti anti democratici dell’accordo sulla rappresentanza siglato lo scorso 31 maggio a tutti le realtà del trasporto aereo.
Traspare in tutta la gravità la mancanza di prospettive per i circa 30.000 addetti che lavorano nel Trasporto Aereo, destinati nel migliore dei casi a ricevere un funerale con una bara di legno più pregiato di altri comparti, ma sempre di funerale si tratta.
USB invece pretende Lavoro, Diritti e Salario e non funerali!
Noi chiediamo soldi per il rilancio del settore, per gli investimenti in aerei e per il recupero del traffico passeggeri che è già presente nei nostri scali. Pretendiamo regole valide per tutti, che sia salvaguardata la clausola sociale e che cessi il trattamento di favore da anni permesso alle low cost e a chiunque specula negli aeroporti sulla pelle dei lavoratori.
Vogliamo un trasporto aereo inteso come bene pubblico, sicuro, sostenibile ed efficiente per i lavoratori e per gli utenti!
USB intende impedire che si compia questo scempio alle vite di tutti noi, probabilmente definitivo. Comunicheremo a breve tutte le iniziative nel settore per il lancio di una vertenza generale per la salvaguardia dell’occupazione, del salario, dei diritti e del rilancio del Trasporto Aereo
ADESSO E’ IL MOMENTO DI DARE FORZA A USB!
18 giugno 2013
USB Lavoro Privato