In un quadro già di per sé desolante si aggiungono le ultimissime notizie relative all’annuncio di Acciaierie d’Italia sull’intenzione di avviare le procedure per la cassa integrazione straordinaria per 250 unità a Genova, 250 tra Novi Ligure, Racconigi, Legnano, Marghera, Milano, Paderno e addirittura 2500 a Taranto, e nessun cenno, dunque nessuna considerazione, per gli ex Ilva in Amministrazione Straordinaria. Sempre delle ultime ore le dichiarazioni del Presidente di Acciaierie d’Italia, Franco Bernabè che annuncia tempi più lunghi per l’ingresso dello Stato al 60 % nella gestione degli stabilimenti siderurgici.
Un contesto che lascia poco all’immaginazione: nel sito di Genova, l’accordo di programma esiste dal 2005, ed è stato sottoscritto nel 2018 dagli attuali gestori, ma ad oggi viene ancora disatteso; infatti, sono due anni che i lavoratori di Acciaierie D’Italia sono in cassa integrazione senza una vera garanzia di mantenimento del reddito, e senza poter usufruire di un diritto, come quello che gli permetterebbe di essere impiegati nei lavori di pubblica utilità.
Chiederemo fin da subito l’applicazione dell’accordo ministeriale che deve necessariamente garantire il reddito: lo farà con una richiesta ufficiale a tutti gli organi firmatari, riservandosi di avviare azioni legali e di lotta.
Coordinamento USB Acciaierie d’Italia Genova