Lettera aperta al Direttore di Personale e Organizzazione di
Acea dott. Paolo Zangrillo
USB Acea ha ricevuto il suo invito per il 23 Aprile al Comitato di Partecipazione che ha all’Ordine del Giorno
il piano industriale del gruppo Acea 2014-2018. Nonostante crediamo che il Comitato di Partecipazione
costituisca un importante obbligo da parte dell’azienda, le comunichiamo che abbiamo deciso, per la prima
volta, di non parteciparvi.
La decisione deriva dal particolare momento che sta vivendo Acea: da una parte il maggior azionista, il
comune di Roma, che sta pretendendo – a nostro avviso a ragione – che il management risponda alle
esigenze della città e dei suoi cittadini; dall’altra parte l’Amministratore Delegato e il Presidente della
società che si arroccano a difesa delle loro posizioni, del loro operato e dei risultati in borsa.
Non vogliamo discutere di un piano industriale che, secondo noi, ripercorre quello che è successo in questi
anni: massima attenzione per il titolo, massimo vantaggio per gli azionisti privati, livello del servizio ai
minimi storici. E’ opportuno, invece, rivedere sostanzialmente le strategie di Acea, che deve tornare ad
avere la massima cura nella gestione dei servizi che gli competono, concorrere ad uno sviluppo sostenibile
della città e alimentare una occupazione stabile e professionalmente valida; e, perché no, diminuire numeri
e compensi del Consiglio di Amministrazione.
Non abbiamo dimenticato le dichiarazioni del Presidente Cremonesi che non riconosce il risultato del
referendum sull’acqua pubblica, finanziando anzi il comitato contrario; non dimentichiamo neanche la
disastrosa vicenda dei depuratori, molti dei quali sono ancora sotto sequestro; e siamo molto perplessi sia
per la perdurante situazione di anomalie e ritardi sulla fatturazione agli utenti, sia sui programmi faraonici
di rifacimento dei sistemi; questo solo per citare alcuni dei temi che hanno caratterizzato questi ultimi anni.
Nel piano industriale presentato dall’Ing. Paolo Gallo si parla di importanti investimenti, sicuramente
necessari, ma che, altrettanto sicuramente, diventeranno appannaggio dei soliti potentati economici; si
parla di riduzione dei costi, che noi traduciamo in ulteriore precarizzazione del lavoro e mobilità
obbligatoria; si parla di un aumento importante del settore “trattamento rifiuti”, che significa altri
inceneritori.
Non ultimo il tema delle pessime relazioni industriali con la nostra organizzazione, alla quale viene da lei
negata persino la normale interlocuzione.
Ci auspichiamo di affrontare quanto prima con una “nuova Acea” una fase di rilancio dell’azienda.