COMUNICATO STAMPA
“Da tempo assistiamo in Acea ad una continua trasformazione che mina costantemente il carattere pubblico dell'azienda e dei servizi che eroga, con un impatto devastante sulle condizioni normative ed economiche dei lavoratori”, denuncia Stefano Spelonca, dell’USB ACEA.
“I carichi di lavoro aumentano ed il personale viene continuamente invitato a fuoriuscire dell'azienda attraverso procedure di licenziamento collettivo, in nome di una perenne riorganizzazione. Forse perché una società con meno lavoratori risulta più appetibile e meno gravosa agli occhi dei privati?”, domanda il sindacalista.
“Questo dubbio si rafforza alla luce di quanto accaduto ieri in Commissione Ambiente della Camera – ricorda il rappresentante USB – dove è stato approvato un emendamento del PD per la soppressione dell’articolo 6 del disegno di legge sull’acqua, articolo che disponendo l'affidamento del servizio idrico integrato ad enti pubblici dava seguito al referendum del 2011”.
“Per l’USB l'unica strada percorribile, a garanzia della qualità e dell'efficienza dei servizi essenziali e della tutela dei lavoratori, è il mantenimento della gestione pubblica dell'acqua. Un bene primario non può essere assoggettato alle leggi di mercato né tantomeno al profitto. Il governo non può demandare gli obblighi di tutela e assistenza della cittadinanza alle logiche capitalistiche. Anche per questo i lavoratori di Acea scenderanno in piazza al fianco dei cittadini il 19 marzo, a difesa di ciò che è nostro e tale deve rimanere, perché ROMA NON SI VENDE", conclude Spelonca.