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Sanità Comunicati nazionali

Addio al vincolo di spesa 2004 per il personale del SSN, USB: Ppiccolo ma importante passo per modificare la politica sanitaria nazionale

Nazionale,

L’Unione Sindacale di Base P.I. Sanità esprime cauta soddisfazione rispetto all’intesa Stato Regioni con proposta del Ministro della Salute per il superamento del vincolo del tetto di spesa del personale del SSN riferito al 2004 meno 1,4%.

Un vincolo che USB ha sempre contestato ritenedolo, a ragione, dannoso e causa dell’aumento esponenziale della precarizzazione e della esternalizzazione dei servizi alle quali abbiamo assistito nell’ultimo decennio.

Precarizzazione che ha interessato sia il personale sanitario e tecnico sanitario, sia il personale amministrativo, con l’unico risultato ottenuto, di diminuire il livello assistenziale per i pazienti, di alzare il rischio per gli operatori ( con la beffa della legge Gelli che costringe chi lavora a dotarsi con proprie risorse di copertura assicurativa ) e di gettare nel caos la parte gestionale e amministrativa costringendo così a esternalizzare interi servizi.

Di fatto, il vincolo di spesa per il personale, abbinato alla costante riduzione del finanziamento del Fondo sanitario nazionale ha, lentamente ma inesorabilmente, privatizzato interi settori del SSN.

Non a caso USB il 6 Marzo 2019 ha dato vita in tutto il territorio nazionale, in tutte le regioni, al Sanità day come momento di attenzione e di mobilitazione a difesa della sanità pubblica e del diritto alla salute, senza barriere regionali o territoriali.

E che la mobilitazione abbia chiaramente centrate le motivazioni, è dimostrato dalle parole dell’ Assessore al welfare lombardo che, a commento dell’accordo Stato Regioni, auspica di aver mano libera sulla gestione del Fondo sanitario a seguito dell’accordo sul “federalismo aumentato”, per ora fortunatamente bloccato, fra Governo e Lombardia, Veneto e Emilia Romagna. Su questo specifico aspetto, sul pericolo della ulteriore cessioni di materie alle regioni USB, se tale intesa verrà riproposta, continuerà la mobilitazione iniziata il 15 febbraio davanti Montecitorio, giorno nel quale doveva essere firmata l’intesa.

Oltre a superare il tetto di spesa per il personale al 2004, l’accordo prevede che “ le Regioni possono ulteriormente incrementare i limiti di spesa di un ammontare non superiore alla riduzione strutturale della spesa sostenuta per servizi sanitari esternalizzati ”. Passaggio sicuramente non chiarissimo, ma che può essere, se interpretato come uno stop, un segnale di una possibile inversione di tendenza per chi, come USB, ha sempre contrastato le esternalizzazioni e combattuto affinché tutto rimanesse pubblico. Inaccettabile sarebbe invece se fosse un invito ad abbassare ulteriormente il costo del lavoro nei servizi appaltati per reperire risorse per assunzioni.

Quindi in questo accordo sembra di poter cogliere segnali positivi e incoraggianti, ma per USB occorre che l’inversione di tendenza sia completa e che quindi si destinino, in maniera costante e progressiva, risorse al Fondo sanitario nazionale per affrontare organicamente le carenze delle Regioni sottoposte ai piani di rientro, si attui un serio piano di assunzioni sia di personale sanitario che tecnico sanitario che amministrativo e si proceda alla stabilizzazione del personale precario.

Vigileremo quindi e pungoleremo il Governo, a partire dallo sciopero indetto per il 12 aprile, affinché quanto scritto si applichi al più presto diventando realtà e chiederemo che l’intesa che sancisce che, a decorrere dal 2019, la spesa del personale del SSN non possa superare la spesa sostenuta nell’anno 2018, venga al più presto legiferata e resa applicabile e chiederemo quindi che i fabbisogni 2019 di personale de SSN, in virtù di questa nuova disposizione, siano ricalcolati. E USB sarà particolarmente attenta anche a contrastare pulsioni corporative che vadano a rivendicare risorse e assunzioni solo per una categoria.

USB chiede quindi un reale cambio di marcia delle politiche sanitarie, una Sanità Pubblica efficiente, solidale e universale, contro la Sanità differenziata e privatizzata

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