La preoccupazione e la protesta contro la decisione dell' Unione Europea che, imponendo a SEA Handling di restituire 360 milioni di euro, mette a rischio l'unicità aziendale e crea forti criticità sul futuro occupazionale di 2700 posti di lavoro, ha portato più di mille lavoratori prima in affollatissime assemblee e poi in due cortei spontanei intorno agli aeroporti di Malpensa e di Linate.
CGIL-CISL E UIL hanno brillato per la loro assenza a Malpensa, mentre a Linate qualche dirigente è intervenuto nell'assemblea, riscuotendo poco successo e molte critiche. Su queste Organizzazioni pesa l'aver sostanzialmente accettato la svendita di una forte quota ai privati prima, e l'aver condiviso la quotazione in borsa di un ulteriore pacchetto azionario dopo, addirittura promettendo qualche azione privilegiata per imbonire i dipendenti, magari attraverso l'acquisto di un pacchetto gestito dai sindacati dei soliti affari. Queste scelte sbagliate, quanto interessate, potrebbero decretare la fine della maggioranza pubblica nell'assetto proprietario del Gruppo SEA; decisioni che, se attuate, aprirebbero la strada a temibili conseguenze sulla cessione dell'Handling, inizialmente, e alla svendita di tutto il Gruppo alla fine.
Le assemblee hanno condiviso, invece, il programma presentato da USB e da FLAI, che prevede la riunificazione aziendale della SEA, pur mantenendo una separazione contabile tra la Gestione e L'Handling. Si è convenuto di continuare la lotta, per la difesa dell'occupazione e dei diritti acquisiti, con la prossima indizione di uno sciopero generale e la Costituzione di un Comitato di Lotta, che possa portare suoi rappresentanti al tavolo delle trattative con la Proprietà Pubblica e quella Privata.
In allegato un documento progettuale e foto del corteo di Malpensa