RdB non ha sottoscritto l'accordo sulla produttività individuale, la cui trattativa si è conclusa nella tarda serata di ieri. Se ci si fosse concentrati sulla sostanza delle cose, forse si sarebbe giunti a una formulazione condivisibile. Ma ormai sembra un vizio, oppure una tecnica di negoziazione sindacale che non ci piace, quello di limare i dettagli e lasciarsi sfuggire le più macroscopiche imperfezioni. Come a dire: il dibattito c'è stato, il confronto è stato serrato, s'è fatta una certa ora, mettiamo una firma e tutti a nanna.
La struttura che sostiene il nostro salario accessorio è come un brutto edificio costruito a più riprese, con stili diversi e per diverse esigenze. Il prodotto è una disordinata sovrapposizione di fondi e fondini, di regole e meccanismi che di volta in volta si è provato
a correggere. Avevamo messo in evidenza i due elementi deboli dell'accordo già con un nostro precedente comunicato e per la verità anche ieri al tavolo la questione è stata riproposta da noi e da altri. La prima riserva forte l'abbiamo espressa sulla riproposizione dei criteri con cui sono stanziati i fondi per i front-office. Assegnare le risorse sulla base della pesatura dei vari “prodotti” lavorati dai front-office crea forti squilibri, non solo tra nord e sud ma anche tra uffici ubicati a pochi chilometri di distanza. Nelle aree metropolitane ad esempio, dove i front office operano in situazioni difficili e quantitativamente assai simili, le sperequazioni monetarie sono spesso fortissime.
Anche se con una scelta palliativa lo stanziamento è cresciuto di 500mila euro (circa 15 euro lordi annui in più pro capite...) nei fatti le trattative locali non potranno aumentare di un centesimo la quota loro assegnata per pagare le prestazioni di “trincea” e in moltissimi casi saranno dolori. La nostra proposta tendeva ad armonizzare i criteri e ad aprire un paracadute con la trattativa regionale che quest'anno poteva assumere un ruolo più importante in considerazione del fatto che molti uffici esistenti nel 2008 sono ormai soppressi. Chi presta servizio in front-office con intorno un tessuto socio-economico penalizzante pagherà questa situazione di tasca propria. Un'altra questione riguardava la possibilità di formalizzare il divieto di cumulo fra indennità e retribuzioni di funzione. Dalla primavera del 2008 operano stabilmente gli istituti contrattuali degli articoli 17 e 18 che dovrebbero essere la risposta definitiva (e onerosa per il fondo) alla professionalità dei destinatari. Partecipare anche alle indennità distribuite in sede di contrattazione locale e alla produttività individuale con parametri apicali crea evidenti squilibri. Difficile sostenere che la professionalità di un capo-team sia spiccatamente più elevata di quella di un suo valido collaboratore, come pure a conti fatti la distribuzione del salario accessorio tenderà a far credere. Abbiamo anche evidenziato che le regole attuali non consentono ai funzionari che sostituiscono i capi-team per periodi pur lunghi di essere destinatari di una retribuzione accessoria stabile e sottratta alla contrattazione locale. Non che ci piacciano gli articoli 17 e 18, ma non è con un'ingiustizia nell'ingiustizia che si risolvono le cose.
Sulla ripresentazione dei piani aziendali tralasciamo ogni commento. La fugace apparizione del direttore dell'Agenzia che è venuto a ringraziare pubblicamente i lavoratori per gli enormi sforzi profusi, avrebbe meritato una seria riflessione su come tradurre questo ringraziamento in fatti concreti e tangibili. Abbiamo riaffermato la necessità di aprire una nuova stagione di riconoscimenti, a partire da una progressione orizzontale da avviare entro l'anno. Le risorse ci sarebbero, basterebbe volerlo fare.