Il 28 marzo 2009 è indetta una manifestazione nazionale a Roma contro la politica del governo e con una piattaforma rivendicativa che chiede diritti, salario, lavoro, dignità sociale.
Ci saranno migliaia e migliaia di lavoratori, precari, disoccupati, studenti… Ci saranno anche i lavoratori della Agenzie Fiscali, ci saranno per rivendicare il proprio ruolo, per ribadire quanto, soprattutto in questo momento, la loro funzione possa essere una ricchezza per la società sempre che ci sia la volontà politica di far funzionare la macchina fiscale.
Questo il vero problema: invece di spingere sul versante della lotta all'evasione questo governo sembra ritenere primario l'abbassamento della spesa pubblica, colpisce unicamente stipendi e pensioni rendendo più povero chi già è in difficoltà, e lascia inalterati gli sprechi legati a consulenze milionarie inutili e sceglie scientemente di ignorare l’enorme quantità di somme sottratte all’erario che ammontano ad almeno ad una cifra pari circa al 25% del P.I.L. del nostro Paese.
Un’enorme evasione fiscale che determina da decenni un aumento delle differenziazioni sociali ed economiche e una concorrenza sleale delle imprese che, non pagando tasse e contributi e sfruttando in nero oltre 2 milioni e mezzo di lavoratori, mettono in difficoltà, soprattutto in un momento di crisi economica, le aziende oneste I lavoratori delle Agenzie Fiscali rivendicano il proprio ruolo, vogliono lavorare per l’interesse della collettività nella prospettiva di recuperare i 330 miliardi di imponibile di euro evasi nel 2008, sono coscienti di essere una ricchezza per il proprio paese ed è questa la parola d’ordine con cui parteciperanno alla manifestazione del 28 marzo.
Hanno dimostrato ogni giorno con il proprio lavoro di essere in grado di raggiungere grandi risultati nel campo del recupero dell’evasione fiscale, hanno subito aumenti esponenziali dei carichi di lavoro, hanno raggiunto e superato ogni obiettivo di convenzione con il MEF, avendo in cambio solo una drastica riduzione di salario accessorio e una prospettiva futura di una riorganizzazione fatta sulla loro pelle che, soprattutto alle Entrate, potrebbe agevolare l’avvio di processi di esternalizzazione dell’area servizi.
Una riduzione di salario che sembra sottintendere una volontà precisa di rinuncia a qualsiasi lotta all’evasione in attesa che un futuro eventuale abbassamento delle aliquote possa far miracolosamente emergere l’imponibile nascosto. I lavoratori delle Agenzie Fiscali non ci stanno, ogni euro investito su di loro può fruttare almeno 10 euro alla collettività, certo non ci guadagnerà chi non paga le tasse o chi utilizza la leva fiscale per aumentare in modo scorretto i propri guadagni, ma ci guadagnerà lo stato,
Ci sarà la possibilità di assumere migliaia di precari, si potranno garantire servizi veri ai cittadini, si potrà ricominciare a finanziare la scuola e la sanità invece che tagliare risorse continuamente a spese dei più poveri.