Il 22 aprile il tavolo delle Convenzioni con il Ministero dell’Economia e delle Finanze è stato sospeso per questioni tecniche. Ciò che è accaduto è che sono state convocate al tavolo le sigle non firmatarie del CCNL e ciò ha provocato la protesta di Cgil-Cisl-Uil. Ne è scaturita una disputa tutta formale e tutta sindacale sulla natura del tavolo e sulla normativa da applicare. Alla fine il Dipartimento ha chiesto tempo e rinviato la riunione.
Viene spontaneo chiedersi: quali sono le regole del gioco? E qualcuno ha forse deciso di cambiarle in corso d'opera?
Abbiamo firmato un contratto che non ci piace e lo abbiamo fatto per non buttare a mare la mobilitazione a cui i Lavoratori delle Agenzie Fiscali hanno dato vita in questi mesi. Abbiamo firmato un contratto che non ci piace per poter portare il dissenso anche sul tavolo delle Convenzioni 2008. L'obiettivo primario è quello di recuperare attraverso i fondi del Comma 165 parte del terreno perduto sul fronte salariale. Ci è sembrato del tutto inutile non apporre la nostra firma e in tal modo scegliere di restare fuori dai tavoli in cui si sarebbero giocate partite di fondamentale importanza per i Lavoratori.
Una di queste è quella delle Convenzioni 2008 con il Ministero dell’Economia e Finanze. L'esito di questa partita è importantissimo: si può riuscire a ottenere un impegno formale per vincolare la parte politica a predisporre quella modifica legislativa che può cambiare le sorti del Comma 165. Basta questa modifica legislativa per assicurare in via preventiva nelle Convenzioni i fondi destinati ai Lavoratori, contestualmente alla fissazione degli obiettivi da raggiungere e dei conseguenti carichi di lavoro.
Un anno fa abbiamo raccolto oltre 17.000 firme proprio perché venissero date a quelle somme certezza e stabilità. I 17.000 e più Lavoratori che quelle firme rappresentano hanno compreso che il loro futuro professionale, la loro carriera, le loro progressioni economiche e tutto ciò che ruota intorno alla contrattazione integrativa - di secondo livello - ruota intorno a quelle due parole magiche: certezza e stabilità.
Quelle 17.000 firme e più sono state per noi un mandato vincolante e niente ci avrebbe fermato dal compiere tutti i passi necessari per onorare quel mandato. Niente, neppure la firma di un pessimo, irricevibile CCNL.
Abbiamo rispettato fino in fondo le regole del gioco e non è stata una passeggiata. Non le condividevamo e continuiamo a considerarle antidemocratiche, ma se si chiamano regole devono essere rispettate da tutti come le abbiamo rispettate noi. Non è accettabile che di volta in volta vengano fatte osservare per imbavagliare il dissenso o vengano disattese in nome di tecnicismi di vario genere.
È un gioco a cui non ci vogliamo prestare, finalizzato ancora una volta a prender tempo, a non prendere impegni e a rinviare le decisioni importanti che incideranno fortemente sul salario dei Lavoratori.
Aspettiamo la futura convocazione e i rilievi tecnici per sapere se il gioco è stato condotto con le regole conosciute oppure se nel frattempo ne sono state stabilite di “nuove”. In questo caso anche noi faremo le nostre valutazioni. Come sempre a ognuno spetterà l'onere delle proprie scelte e l'onore delle proprie responsabilità.