Nelle Convenzioni stipulate fra il Mef e le Agenzie fiscali sono indicati gli obiettivi da conseguire in ambito fiscale e il corrispettivo stanziato dal Governo per il raggiungimento degli stessi. Le Convenzioni sono lo strumento che assicura il funzionamento delle Agenzie e la loro sottoscrizione dovrebbe essere un momento importante di confronto negoziale. Tuttavia, negli anni passati i fatti hanno smentito questa affermazione. Al di là di generici impegni strappati alla controparte, quasi mai si è riusciti a modificare l'impianto convenzionale: la discussione sugli strumenti utili a migliorare le condizioni dei lavoratori e la salute fiscale del Paese ha lasciato il posto a uno sterile dibattimento. Con questa consapevolezza, oggi andremo a discutere al Mef le Convenzioni 2010-2012.
Oggi avremo quindi l'occasione di confrontarci con la controparte, per chiedere misure concrete a favore dei lavoratori e per un'efficace lotta all'evasione fiscale e dobbiamo partire dalla considerazione che né l'una né l'altra cosa trovano spazio nella "bozza" di Convenzione che ci è stata anticipata e che sarà oggetto di confronto. Vorremmo innanzitutto capire se il nostro interlocutore ha la volontà politica di perseguire gli evasori fiscali. Da un paio d'anni, complice la crisi economico-finanziaria, siamo entrati nell'era della pax fiscale e il concetto stesso di evasione è stato attenuato, fino quasi a sparire. Temiamo che il Governo abbia tagliato le unghie al Fisco aspettando forse il nuovo assetto fiscale che verrà, con la riforma del sistema di stampo federalista.
Noi crediamo nella centralità della funzione impositiva e per questo avanzeremo richieste e proposte tese a rafforzare il ruolo delle Agenzie fiscali. Siamo sicuri che l'evasione fiscale è ancora una piaga sociale e che a troppi è stato consentito di trovare in essa uno strumento anti-crisi illegale e immorale. Il risultato è che secondo le stime diffuse dal Mef gli italiani più ricchi sono i lavoratori dipendenti e i pensionati!
Chiederemo quindi di investire sulla macchina fiscale, ad esempio con nuove assunzioni all'Agenzia del Territorio dove le ultime immissioni in servizio risalgono a dodici anni fa. Chiederemo di dare più certezze retributive ai lavoratori, i cui stipendi nel 2009 hanno subito una perdita del 5% rispetto al 2008. La miseria della vacanza contrattuale stanziata per il 2010 non può essere la risposta al calo delle retribuzioni. Chiederemo di sgombrare il campo dal dubbio se le Agenzie debbano o no procedere al taglio delle piante organiche entro il 30 giugno. Da quel taglio dipende la carriera di migliaia di lavoratori e perfino le assunzioni già stabilite potrebbero essere compromesse, se non si chiarirà che le Agenzie non devono procedere a ulteriori tagli del personale. Chiederemo di liberare le Agenzie fiscali dal cono d'ombra che la politica proietta loro addosso: una delle ragioni delle Convenzioni risiede nella necessità di lasciare alle Agenzie l'autonomia gestionale dalla quale dipende una corretta azione impositiva, nel rispetto della legge e senza ulteriori condizionamenti, diretti o indiretti.
I lavoratori del Fisco hanno atteso con pazienza che ci si ricordasse di loro, della loro professionalità, degli elevati standard di produttività messi al servizio della collettività, dello spirito di sacrificio con cui hanno affrontato continue e profonde ristrutturazioni. Oggi a quei lavoratori devono essere assicurati stanziamenti stabili e certi nel tempo, con cui finanziare interventi strutturali e permanenti. Se dalle Convenzioni non arriverà la risposta attesa, la loro pazienza sarà messa alla prova. E anche la nostra.