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Agenzie Fiscali - Meno ventitré


E intanto è partito il tentativo di conciliazione.

Siamo arrivati a ventitré giorni dalla scadenza dell’impegno preso da Agenzie e Dipartimento Finanze di rivedere entro il 30 giugno il modello convenzionale. Ancora nessuna novità. Di nuovo c’è che, purtroppo, si sono concretizzati i timori preannunciati nel nostro precedente comunicato: rilievi della Corte dei Conti, ritiro del decreto sul “Comma 165” da parte di Tremonti, richiesta di parere al Consiglio di Stato per allargare, in via amministrativa, la platea dei beneficiari alla Guardia di Finanza.

 

In questo Paese i soli a dover onorare i loro obblighi sono i Lavoratori, mentre chi li dirige sembra poter non rispettare gli impegni presi, nemmeno se è una legge a fissarli. Impegni che per noi si traducono in un mancato pagamento del salario accessorio riferito al lavoro svolto nel 2006.

 

Stiamo subendo uno sprezzante attacco al nostro salario, al nostro lavoro, alla nostra dignità. La risposta deve essere all’altezza dell’offesa. Si accorgerebbero sicuramente dell’importanza del nostro lavoro se esso, per protesta, si arrestasse. Ma ai fannulloni che ci governano  piace la vita comoda e hanno costruito nel tempo una rete di  regole che di fatto limitano la libertà di individuare le forme di protesta più incisive per costringerli a confrontarsi con i Lavoratori.

 

Così le regole ci impongono di non reagire a caldo ma di avviare una procedura di “raffreddamento” del conflitto. L’abbiamo fatto oggi inviando il tentativo di conciliazione propedeutico alla proclamazione di uno sciopero, che avverrà, se la situazione non cambia, dopo aver avuto momenti di confronto con i nostri delegati e i Lavoratori. Ma la questione non può limitarsi allo sblocco del decreto di assegnazione dei fondi per quest’anno.

 

Gli eventi di questi giorni hanno confermato che non possiamo più rimandare la necessità di dare certezza a questi fondi.

 

Lotteremo anche e soprattutto per questo. E per questo continueremo il “conto alla rovescia” avvertendo che, se non si rispetteranno gli impegni a rivedere il modello convenzionale, ci sentiremo legittimati a non rispettare neppure noi gli impegni fissati in quelle convenzioni.

 

Infatti è li che Agenzie e Ministero si accordano su obiettivi e carichi di lavoro, senza coinvolgere i lavoratori che di quell’accordo sono in realtà i protagonisti, e che, senza certezza della retribuzione, avranno il potere di farli rimanere solo sterili numeri scritti su un foglio. La lettera aperta inviata ai ministri Tremonti e Brunetta e il nostro conto alla rovescia sono anche il segno della disponibilità dei Lavoratori stessi a ricevere segnali di distensione e buona volontà: subito lo sblocco del decreto, e poi entro la fine del mese l'apertura del tavolo politico per la modifica del sistema convenzionale e del meccanismo di finanziamento del salario accessorio.

 

Se non ci sarà dialogo allora ci sarà conflitto e se si arriverà a quel punto non ci sarà nessuna procedura che potrà “raffreddarlo”. Si capirà allora che i Lavoratori non sono poi tanto fannulloni.