Abbiamo volutamente atteso che il polverone di dichiarazioni, valutazioni, minacce, “scazzi” politici tra destra e sinistra, passerelle mediatiche e protagonismi vari sullo sciopero del 11 giugno e sulla Vertenza Arsenale si posasse prima di consegnarvi questa nota che ha l’unico obiettivo di chiarire, ancora una volta e non sarà l’ultima temiamo, il nostro punto di vista.
Il nostro contributo allo sciopero unitario è stato visibile e concreto, e intendiamo ringraziare i nostri aderenti e simpatizzanti che numerosi hanno animato il corteo che si è snodato per le vie della città dando prova di maturità e consapevolezza.
Crediamo che al prossimo incontro con il Ministro della Difesa fissato per il giorno 8 luglio in accoglimento della specifica richiesta di RdB/CUB datata 12.5.2008 dovrà essere l’intero territorio a presentarsi.
Il vertice politico dovrà prendere atto che non intendiamo lasciarci sottrarre, ancora una volta, posti di lavoro impunemente.
Sappiamo bene che questo primo appuntamento rischia di essere un altro modo per prender tempo, che è possibilissimo che tutto si risolva in una paternalistica rassicurazione, di “…vedremo …faremo …non vi preoccupate…” ce ne sono state propinate quantità industriali, dai Governi di tutti i colori, in dieci anni di vertenza con i risultati che vediamo oggi: siamo a un passo dalla chiusura, abbiamo perso quote importanti di lavorazioni sia pubblico che privato!
Al lavoratore preoccupato del proprio futuro poco importano le distinzioni, oggi vuole vedere uno schieramento compatto, sindacale ed istituzionale, che si batta contro ogni ipotesi di privatizzazione, lo comprendiamo ma, ciò nonostante dobbiamo ribadire che in questi giorni si sta discutendo di smantellare il Contratto collettivo nazionale e di ridurre drasticamente gli spazi di democrazia nei luoghi di lavoro e gli strumenti di difesa dei lavoratori.
Bassi salari, precarietà diffusa, peggioramento dei diritti sociali, sfruttamento degli immigrati e delle donne, devastazione del territorio sono il prodotto delle politiche liberiste fatte nel nostro paese sia dai Governi di centro destra che di centro sinistra con la Confindustria e l’avvallo dei sindacati concertativi.
Deve essere chiaro che tra le organizzazioni che hanno dichiarato lo sciopero non esiste una identità di vedute che non si limiti alla pura e semplice condivisione di limitatissime porzioni di percorsi vertenziali, lo abbiamo sempre evidenziato in modo netto, oggi è ancora più necessario alla luce dell’approccio “morbido” e possibilista dei confederali al “piano industriale del pubblico impiego” del ministro Brunetta da noi rigettato fermamente, come pure l’identico approccio alle pretese confindustriali contro la contrattazione collettiva da parte di coloro che sono i beneficiari di un istituto assolutamente antidemocratico quale quello che sottrae ai lavoratori il diritto di scegliere i propri rappresentanti in nome di una scandalosa riserva del 33% delle RSU, una rendita di posizione che nemmeno i più “rivoluzionari” tra loro mettono in discussione.
E’ per questo che ci rivolgiamo principalmente a tutti i lavoratori dell’Arsenale chiedendogli di sostenere la necessità di partecipare in prima persona, in massa a questa trasferta che potrebbe essere fondamentale per il prosieguo della vertenza e per una sua felice conclusione.
Chiediamo ai lavoratori di non prestare orecchio ai tanti “frenatori di professione” che tenteranno di banalizzare un evento che invece crediamo sia necessario riempire di contenuto attraverso una attenta vigilanza degli stessi soggetti che vedono a rischio il proprio futuro, non possiamo consentirci deleghe politiche, non possiamo consentirci di mollare, non possiamo consentirci di sbagliare perciò è fondamentale esserci.