AI LAVORATORI DELLA FONDAZIONE DON GNOCCHI:
ANCHE PER LA MAGISTRATURA…
SE VUOI LAVORARE DEVI RINUNCIARE AI DIRITTI!
L’ideologia del profitto che esige la demolizione dei diritti dei lavoratori, pervade ormai anche le aule di Tribunale.
E’ stata depositata infatti in questi giorni la sentenza che respinge il ricorso di alcuni lavoratori del Centro Palazzolo di Milano contro l’applicazione del fantomatico “accordo di crisi” tra Fondazione e OO.SS.
Nell’atto si sottolinea che con l’Accordo i lavoratori “avrebbero contribuito al risanamento aziendale concedendo 80 ore di lavoro annue e due giornate di ferie” a costo zero, a fronte “di una serie di concessioni da parte della Fondazione”, “con il pagamento di una una tantum, con il riconoscimento di alcune indennità, ma riuscendo al contempo ad evitare riduzioni occupazionali e il passaggio ad un CCNL che sarebbe stato meno favorevole a tutti i lavoratori, sia in termini di retribuzione che di orario di lavoro”.
Sostanzialmente, il solito baratto tra diritti e salario da una parte e il ricatto della salvaguardia del posto di lavoro a qualunque condizione dall’altra.
Non è ancora chiaro, ad esempio, quale sia il regime di regolarità contributiva su ore di lavoro aggiuntive non retribuite.
Ma soprattutto risuona come una beffa, l’aumento dell’orario di lavoro per evitare il passaggio ad un CCNL peggiorativo, quello cioè che su cui in questi giorni si stanno esercitando Fondazione e CGIL CISL e UIL, per impacchettarlo e regalarlo a breve ai lavoratori del Don Gnocchi, dopo avergli rifilato un bluff con un verbale di intenti comuni che sospendeva l’applicazione del contratto ARIS, unilateralmente applicato dalla Fondazione, mai ufficialmente interrotto e inevitabilmente base di partenza per il nuovo contratto.
La sentenza sul Centro di Palazzolo è pertanto la conferma che oggi più che mai la difesa dei diritti e del salario non passa per il giudizio della Magistratura, sulla cui indipendenza da tempo non c’è più da illudersi, ma è nelle mani dei lavoratori che solo con le lotte possono difendersi dallo sfruttamento in cui, con il pretesto della crisi economica, il sistema finanziario e le imprese vogliono ricacciarli.
L’USB della Don Gnocchi comunque impugnerà la decisione del Giudice e continuerà ad organizzare la mobilitazione e le lotte dei lavoratori, unici veri garanti della qualità dell’assistenza che viene quotidianamente offerta all’utenza, contro la volontà della Fondazione di far cassa sulle loro spalle con il sostegno dei sindacati complici.
25 marzo 2016 USB Fondazione Don Gnocchi