Ormai nessuno, neanche i più ottusi tra i fautori dell'accordo del 2016 – respinto da USB - può negare gli effetti nefasti di quel patto.
Come negli anni che lo hanno preceduto e nei seguenti, questo sindacato, assieme a Cobas e AP, ha instancabilmente denunciato quella che era una operazione di facciata, utile solo a far fuori centinaia di lavoratori e a ridurre la flotta ad un numero ridicolo di aerei, senza che vi fosse un reale impegno per lo sviluppo, almeno scritto nero su bianco.
I licenziamenti, frutto avvelenato di quell'accordo, sono stati dichiarati illegittimi da tutti e tre i tribunali coinvolti e anche dalla Corte di Appello di Milano.
Tra una conferenza stampa e il taglio di un nastro, abbiamo assistito alla messa in scena di qualcosa che non si è verificato ovvero il rilancio della seconda compagnia aerea italiana.
Come è possibile che due tra i fondi d'investimento più ricchi del pianeta e una compagnia del rango di Qatar Airways non riescano minimamente nell'intento di sviluppare Air Italy?
Da mesi aspettiamo di avere un'indicazione sul futuro della compagnia ma il tutto rimane avvolto in un silenzio assordante, preoccupante e privo di senso.
Assistiamo all'avvicendamento di manager lautamente pagati per fare il proprio lavoro, rotte che vengono aperte e poi chiuse da un giorno all'altro, ingresso in flotta di aerei bulgari che operano per conto e al posto di Air Italy voli domestici e a una progressiva riduzione della nostra flotta.
Lo stesso chief operation officer Rossen Dimitrov, non si prende il disturbo di comunicare ai lavoratori quali siano le intenzioni e come abbiano intenzione di realizzare il progetto industriale presentato in pompa magna nel 2018.
I lavoratori sono infatti sconcertati e non hanno la minima idea di quel che accadrà; una mobilitazione dei lavoratori Air Italy, a partire dallo sciopero e nelle sue altre forme, è oggi più che mai necessaria.
Metteremo in campo tutte le azioni necessarie affinché si riprenda a parlare di Air Italy, di crescita e di sviluppo. Lo faremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione poiché non è più tollerabile che si taccia sul presente e sul futuro di questa azienda e di conseguenza dei suoi lavoratori che, lo ricordiamo a scanso di equivoci, non sono sudditi.
Dopo lo shock e il tradimento del 2016, questa azienda è oggi composta da lavoratori provenienti da varie realtà che hanno tutti, nessuno escluso, un interesse comune. Lavoratori che non devono essere ignorati o presi in giro.
Noi faremo la nostra parte, come abbiamo sempre fatto, per tutti coloro i quali sono rimasti dentro e per quelli che lentamente stanno rientrando in azienda.
Per questi motivi abbiamo proclamato lo sciopero di 24 ore di tutti i dipendenti, venerdì 7 febbraio.
Mai più un 2016: l'unica strada è la crescita.
3 febbraio 2020
Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato – Trasporto Aereo