Mentre registriamo l'aumentare delle ordinanze di illegittimità dei licenziamenti fatti da Airitaly nel 2016 emesse dal Tribunale di Cagliari dopo quelle di Busto Arsizio, sempre in attesa di valutare il quadro definitivo una volta che si saranno espressi tutti i giudici, a Olbia si è svolta mercoledì 6 febbraio un'altra puntata dell'autorappresentazione da parte di questa dirigenza aziendale.
Infatti, come ampiamente prevedibile, si è risolto con un nulla di fatto l'incontro voluto dalla massima dirigenza di Airitaly con a capo il direttore Dimitrov, con i lavoratori di Olbia dopo la perdita del bando della continuità territoriale, cosa che mette in discussione per la prima volta dopo 60 anni la presenza della compagnia nello scalo madre.
Si continua a elargire annunci roboanti di sviluppo, migliaia di assunzioni, decine di aerei in arrivo, aperture di nuove rotte che vengono poi sistematicamente smentiti uno dietro l'altro.
D'altro canto appare sempre più isterico oltre che ipocrita il coro di denunce e intimidazioni da parte di quel sistema politico e sindacale che nel 2016 ha spalancato le porte alla nuova compagine aziendale a costo di centinaia di licenziamenti e tagli salariali draconiani, senza avere in mano alcun piano industriale né alcuna garanzia sociale o di presidio territoriale.
Anche nel corso di questa campagna elettorale non vediamo nulla che affronti in modo serio il tema della decomposizione di quella che una volta era la seconda azienda della Sardegna.
Il centrosinistra si porta dietro l'eredità di una giunta appiattita in modo imbarazzante ai voleri di aziendali, compreso la chiusura della base di Cagliari; gli esponenti del centrodestra hanno più volte brindato ai licenziamenti come salvifici ma adesso si sono accorti che il conto lo pagano anche loro insieme all'intero territorio, infine il M5s non ha trovato niente di meglio da fare che candidare in Gallura uno che ha firmato il licenziamento di centinaia di suoi colleghi nonché concittadini, lui escluso.
Per questo USB ha inviato una lettera ai candidati presidenti per chiedere se questo è davvero il massimo che i candidati presidenti della Regione Sardegna possono fare su una vicenda così importante.
Non è mai troppo tardi per riconoscere i limiti e gli sbagli di un accordo imposto nonostante le nostre continue ed esasperate denunce, ma occorre fare in fretta prima che lo diventi.
È urgente stanare Airitaly a guida Qatar Airways dalla cortina fumogena degli annunci e costringerla a parlare per la prima volta di questioni concrete: un progetto industriale concreto che metta al centro l'occupazione, la dignità contrattuale e il presidio territoriale tanto in Sardegna quanto a Malpensa
Altrimenti, la messinscena può solo aumentare la preoccupazione sul futuro di Airitaly.
Su questi temi USB sta pressando il governo e ha aperto le procedure di raffreddamento.
In un contesto nel quale a livello nazionale si chiede al governo l'apertura del confronto sullo stato dell'intero settore, tra cui la questione di un contratto valido per tutti i vettori operanti in Italia, i lavoratori di Airitaly devono rivendicare di riaffrontare tutti i nodi rimasti sospesi.
Unione Sindacale di Base Lavoro Privato – Trasporto Aereo