La sentenza della Corte Costituzionale dimostra cha a rubare futuro ai giovani, ai lavoratori in servizio, non sono i pensionati, ma le politiche del governo che sotto i dettami dell'Unione Europea, sottrae risorse allo stato sociale per destinarle a banche, imprese amiche e opere faraoniche come l'expo' 2015.
La richiesta di rimborso da parte dei pensionati non è una semplice richiesta di categoria, ma il ripristino della legalità nel paese, contro la frammentazione sociale e la pratica della divisione tra categorie sociali.
Il diritto alla pensione, oltre che sancito dalla Costituzione, nasce a sua volta dal diritto al lavoro di cui intere generazioni sono private. La mancanza di lavoro produrrà la mancanza di pensione per la vecchiaia, non perché le risorse le hanno consumate i nonni, ma perché le nuove generazioni sono state oggetto di furto di lavoro.
La precarietà permanente determinata dal jobs act impedirà proprio la maturazione della pensione con una prospettiva di povertà assoluta.
Agente di fiducia di queste operazioni è l'attuale gestione privatistica dell'Inps che organizza queste fiere di regime con l'informazione pilotata per cancellare l'idea di previdenza pubblica sostituendola con quella privata. La busta arancione documenterà, in maniera tra l'altro artefatta, che avremo pensioni da fame.
Se l'attuale gestione dell'Inps è così sensibile e vicina al problema del pensionamento, perché non comincia a restituire il maltolto ai pensionati attuali e a cancellare la vergogna delle pensioni minime.
L'Usb pensionati lancia una petizione individuale di richiesta formale del rimborso della pensione e lo fa all'interno di una campagna nazionale volta a difendere il diritto alla pensione di tutti, anche di chi ora non lavora.
Non useremo buste arancioni, ma le nostre lotte unitarie che saranno in grado di rinviare al mittente questa operazione propagandistica di bassissimo profilo.
Cominciamo da oggi, cominciamo insieme per un futuro comune fatto di diritti, dignità, reddito e stato sociale.
USB PENSIONATI