Una mascherina chirurgica, non certificata, dal prezzo fissato a 50 centesimi. Perfino questo pareva essere troppo per Ales spa, società in house del Mibact. Un'azienda di Stato che si suppone debba dare l'esempio nella lotta al Covid-19 e invece si ostinava a fornire ai dipendenti soltanto una mascherina al giorno a lavoratori e lavoratrici che operano per ore sudando sotto il sole, a stretto contatto con il pubblico e spesso con polvere o smog a complicare le cose.
Sotto la spinta del malcontento e con l'intervento di USB, che da subito ha denunciato questa e altre situazioni lesive della sicurezza, da metà giugno l'azienda ha permesso di utilizzare 2 mascherine al giorno.
Non accadeva così in tutti i siti però, ad esempio al Parco Archeologico del Colosseo. Ales trincerandosi dietro l'affermazione che questi dispositivi durassero 8 ore, il tempo del servizio, ha continuato a ordinare di usarne una soltanto. Questo mentre autorevoli fonti parlano di una durata massima di 6 ore per le mascherine, con l’aggiunta delle generali raccomandazioni a non maneggiarle e a gettarle immediatamente una volta tolte (come accade in pausa pranzo ad esempio).
Con determinazione e perseveranza USB a fianco di lavoratrici e lavoratori è riuscita ad ottenere finalmente anche su quel sito le due mascherine al giorno, grazie alle continue pressioni sull'azienda.
Da rilevare amaramente, anche su un obiettivo così minimo, l'inconsistenza assoluta degli RLS in carica e la passività del Comitato aziendale di controllo, dove siedono i sindacati confederali, che pare limitarsi a ratificare le decisioni della direzione.
A volte sembra assurdo lottare per cose che dovrebbero essere scontate, ma solo la lotta paga!
USB Lavoro Privato – Federazione provinciale di Roma