Sono 4.000 i lavoratori che il prossimo 13 ottobre saranno licenziati da Alitalia LAI, sacrificati nel 2008 in nome della privatizzazione che avrebbe dovuto risorgere sulle ceneri dalla “vecchia” Compagnia di Bandiera.
La nuova Alitalia CAI, nonostante la struttura più snella e le numerose agevolazioni di cui ha beneficiato, non è mai decollata. Da quattro anni continua a perdere utili, allontanando di anno in anno l’ annunciato pareggio di bilancio.
Gli unici obiettivi chiari della CAI sembrano essere l’abbassamento del costo del lavoro e l’aumento della produttività con la riduzione del numero di occupati. Mentre all’orizzonte si prospettano ulteriori annunciati tagli di personale, che ogni volta sembrano essere gli ultimi, ed invece si continua a colpi di mille all’anno, assumendo contestualmente migliaia di precari.
Contrariamente agli annunci di 4 anni fa, il Piano Fenice si è rivelato un piano di ulteriore ridimensionamento dell'azienda che sembra ormai avviata ad essere una piccola azienda regionale regalando di fatto il Trasporto Aereo in mano a vettori stranieri.
USB Trasporto Aereo ritiene che le responsabilità di questo disastro siano da imputare a quegli stessi soggetti che da anni operano politiche distruttive nel settore, avvallando liberalizzazioni selvagge e il far west contrattuale e che oggi pensano di ristrutturare l’intero settore perpetrando gli stessi errori che hanno portato al fallimento della compagnia di bandiera.
A pagare il conto di queste scelte scellerate ancora una volta sono i lavoratori, i 4.000 cassa integrati di Alitalia utilizzati come “materiale umano” da scartare e tutti gli altri che si aggiungeranno al bilancio già pesante. Una situazione che rischia di diventare devastante, anche alla luce delle modifiche degli ammortizzatori sociali e delle drammatiche prospettive sulla tenuta del FSTA (Fondo Straordinario del Trasporto Aereo).
Da anni USB rivendica come il lavoro sia l'unica strada percorribile per risolvere la crisi drammatica del trasporto aereo. Serve una politica vera con regole certe, che investa sull’occupazione, perché a pagare gli errori non possono essere sempre e solo i più deboli.
USB ritiene che la risposta debba venire dai lavoratori e annuncia la mobilitazione di tutti i dipendenti e dei cassa integrati, a partire dalla manifestazione che si terrà a Roma, il 12 ottobre alle ore 10.00, sotto al ministero del Lavoro in via Veneto 56.
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