Speravamo fosse un pesce d’aprile ma così non sembra essere. Circola una lettera indirizzata al segretario generale del Ministero del Lavoro, Andrea Bianchi, e per conoscenza al Mise, a firma dei tre commissari straordinari e dei segretari nazionali del trasporto aereo di Cgil, Cisl, Uil, Ugl nella quale si propone allo stesso ministero un percorso per la riqualificazione del personale rimasto in esubero nel Gruppo Alitalia, illustrando lo stato dell’arte insieme a una serie di proposte condivise con l’amministrazione straordinaria.
Ad una lettura più approfondita però vediamo che questa roba, così come scritta, auspica un sistema che potrebbe portare a modifiche peggiorative delle attuali tutele previste dalla legge per il personale in Cigs. Non vorremmo che fosse l’ennesimo passo incauto fatto da chi ha preso “al volo” un posto di lavoro in Ita ed ora sta completando l’opera, un’altra volta a spese dei dipendenti estromessi in cassa a zero ore.
Sarebbe un altro bel colpo, dopo le dichiarazioni di Altavilla che attaccavano i trattamenti degli ammortizzatori sociali, quello di portare i dipendenti all'obbligo di accettare una ricollocazione a condizioni peggiori di quanto previsto dalle attuali normative.
Cosa ci guadagna invece l’AS? Può sembrare una lettura maliziosa, ma oltre l’alleggerimento del fardello dei 4000 lavoratori rimasti in Cigs a zero ore del ramo aviation, oltre agli eventuali futuri esuberi che potrebbero restare sul campo dalle cessioni dei rami Handling e manutenzione, leggiamo che nella lettera sono previste le famigerate “transazioni”, ovvero la richiesta che per approdare a nuovo lavoro i dipendenti in causa contro l’AS per i più disparati motivi sarebbero obbligati a rinunciare a ogni pretesa.
In questo terrificante scambio di cortesie, rimaniamo basiti e atterriti per quanto può ancora essere fatto in negativo per i diritti dei lavoratori.
Queste non sono politiche attive, non si sta cercando di collocare persone nel mondo del lavoro partendo dal rispetto di una storia professionale, ma è una sequenza di umiliazioni senza soluzione di continuità.
USB scriverà nella giornata di oggi agli stessi ministeri richiamando come le necessarie politiche attive che devono essere messe in campo, non solo come teorie, non possano essere utilizzate in nessun caso come ulteriore bancomat dei diritti acquisiti e della storia professionale dei lavoratori.
Richiamiamo il sindacato a tornare sui propri passi, diversamente sarebbe l’ennesima vergogna indelebile nel trattamento riservato ai lavoratori del Gruppo Alitalia.
USB Lavoro Privato – Trasporto Aereo