“Non bisognava essere preveggenti per immaginare quello che è accaduto all’impianto AMA di via Salaria, visto che da anni gli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti dell’azienda romana sono una potenziale minaccia per la salute e la sicurezza dei lavoratori e degli abitanti dei quartieri limitrofi”, così Teresa Pascucci dell’USB di Roma e Lazio.
“Un impianto di trattamento meccanico-biologico dell’AMA come quello del Salario – prosegue Pascucci - può trattare un massimo di 700 tonnellate al giorno, ma ultimamente in media ne contiene stoccate oltre 5.000; il tutto ad una temperatura ambiente media di 40° gradi. E mantenere un’enorme quantità di rifiuti al chiuso, in un ambiente non idoneo allo stoccaggio e a temperature altissime, rende difficile considerare un evento come quello del Salario un imprevedibile incidente, anche alla luce del principio di precauzione previsto dalla normativa”.
“Da anni l’USB dà voce alle continue ed inascoltate segnalazioni dei lavoratori e dei responsabili per la sicurezza, denunciando le criticità strutturali e organizzative degli impianti AMA. Già nel 2011 – evidenzia la sindacalista - è stato necessario un esposto alla Procura, all’Ispettorato del Lavoro e alla ASL perché venisse chiuso l’impianto di selezione multimateriale di via Laurentina per ristrutturazione ed adeguamento degli standard di sicurezza. Nel 2013 i lavoratori dell’impianto di trattamento meccanico-biologico Salario con una denuncia hanno chiesto esplicitamente il ripristino e il controllo periodico di tutti i dispositivi antincendio. Nel 2015 una lettera firmata da tutti i lavoratori del TMB di Rocca Cencia e Salario ha segnalato lo stoccaggio di una quantità di rifiuti di gran lunga superiore alla capacità di trattamento degli impianti e sempre nel 2015, dopo una segnalazione pubblica al Sindaco Marino, è stato liberato da una enorme quantità di rifiuti inquinati l’impianto Laurentino, dedicato alla cernita della differenziata. A questo si aggiungono le innumerevoli segnalazioni e visite ambientali dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza”.
Aggiunge Pascucci: “A due anni di distanza dalla chiusura di Malagrotta, emerge l’inadeguata politica sull’emergenza rifiuti nella capitale del Comune e dell’AMA, che non hanno investito sulla riduzione effettiva dei rifiuti e su una credibile raccolta differenziata, nell’ultimo anno ridotta a favore di un aumento dell’indifferenziata, portando al collasso gli impianti di conferimento AMA”.
“L’USB ha formalmente richiesto al Sindaco, all’Assessore all’Ambiente e all’Amministratore delegato di AMA l’apertura di un tavolo per conoscere gli esiti degli accertamenti in atto sull’impianto da parte di Vigili del Fuoco, ASL e ARPA e poter così verificare se siano state adottate tutte le procedure necessarie a tutelare la salute dei lavoratori e degli abitanti del territorio. Vogliamo che vengano scongiurate situazioni analoghe a quelle verificatesi nell’aeroporto di Fiumicino”, conclude Pascucci.