AMIU: ORA BASTA !!!!
AZIENDA E PROPRIETA' RISPETTINO ACCORDO DI FEBBRAIO
Ennesimo incidente che vede coinvolti lavoratori di AMIU . Fortunatamente non siamo ancora a piangere qualche collega: ma fino a quando ??!!!
Purtroppo siamo di fronte ad una azienda che non programma nulla, dove il parco mezzi ha una età media di 10 anni sui mezzi che svolgono servizi d'istituto , mentre sul resto di 11,5 anni.
Ed è bene ricordare che i mezzi in carico sono oltre 1700 e oltre 650 servono per servizi d'istituto.
Abbiamo un officina che di fatto può contare su 41 operatori con una età media elevata (53 anni) e anziché pensare di assumere persone gìa capaci e magari più giovani si fanno solo concorsi interni per uno o due posti . Un palliativo che non risolve certo i problemi strutturali delle officine che necessitano invece di un vero piano di rilancio e di ben altre assunzioni.
Da respingere con forza anche ogni insinuazione sulla scarsa produttività visto che nel mese di marzo sono stati eseguiti quasi 1800 riparazioni cosidette di pronto intervento (su fermata per guasti ) e 50 mezzi sono stati oggetto di interventi di manutenzione programmata.
E' evidente che tutto questo incide sulla sicurezza dei mezzi : non accettiamo più che si parli di casualità, fatalità e/o errore umano, stiamo pagando l'assoluto immobilismo di un gruppo dirigente incapace di proiettare questa azienda nel futuro . Basti vedere la telenovela “Scarpino “ , da 4 anni chiusa e una quantità ingente di euro spesi tra consulenze, dirigenze, livelli per responsabili (part-time ) appalti consistenti senza che ad oggi tutto questo abbia portato ad una riapertura. E se ci fosse anche riapertura non potremmo portarci i rifiuti della nostra città, se prima non trattati!!!
U.S.B. chiede con forza un cambio di rotta:
alla proprietà il rispetto dell'accordo del 5/2/2018: ad oggi non sono stati aperti i tavoli sindacali nè per la riqualificazione delle officine nè è stata presentata una proposta per la rimodulazione dell'orario di lavoro; ma soprattutto va convocato immediatamente il tavolo con tutti gli enti locali per le fondamentali questioni della proroga del contratto di servizio e degli investimenti relativi allo smaltimento dei rifiuti
al C.d.A. di battere un colpo se esiste e per fare sapere dove stiamo andando , non con parole ma con fatti certi , richiamando anche i Dirigenti ad un ruolo di responsabilità che oggi pare latitare parecchio .
Siamo stufi di parole , sono quasi quattro anni che sul cittadino genovese e sui lavoratori ricade una spesa di oltre DUE MILIONI di euro al mese per portare i rifiuti fuori regione facendo ricco soltanto il privato e i proprietari dei forni di incenerimento.
Genova, 8 /5/2018