Cari colleghi e colleghe una buona maniera per incominciare una conversazione è ammettere che non possediamo tutte le risposte e questo vale soprattutto per me stesso ma sono entusiasta di poter sentire le vostre.
Vengo a scrivervi in un periodo difficile, di crisi economica e sociale e di transizione culturale e di valori, di prevaricazioni, di delusioni: niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo. E sappiate che si paga sempre un prezzo per il conformismo e per la pigrizia, quello di abbassare il livello esistenziale della vita.
Il fatto comincia alcune settimane addietro quando hanno ricominciato a circolare voci (immesse ad arte come da copione già sperimentato e funzionante) sulla “vigilanza” al Colle di Tenda (mandano volontari, no misto, no temporanei, no misto permanenti temporanei, in straordinario, no in orario ordinario ecc …) nonostante il locale Dirigente del C.N.VVF in una riunione con le OO.SS. il 18/05/2012 alla nostra richiesta di come intendesse gestire il servizio di soccorso al Colle di Tenda, risponde che si sarebbe effettuato in modo corretto!
Il personale giustamente preoccupato, dal continuo rincorrersi di voci, si rivolge, anche in modi accesi, alle OO.SS., le quali (facendo semplicemente il dovuto) chiedono ed ottengono un incontro con la Dirigenza di questo Comando, essersi chiariti tra OO.SS. che non avremmo accettato e concordato servizi di vigilanza al Tenda in orario ordinario e che se la Dirigenza avesse voluto forzare la mano, sarebbe stata isolata contro il personale.
I fatti sono che: durante la riunione, nonostante il richiamo delle sirene (non so se perché qualche “sindacalista” si fosse premunito di tappi) e qualche tentennamento siamo riusciti a tenere ferma la nostra opinione con una voce sola e con la volontà di far valere i diritti dei lavoratori anche andando allo sciopero, si aevte capito ben tutte le OO.SS. del Comando hanno detto di NO, alla preposta del Comando: 2 unità in orario straordinario e 3 in ordinario, si proprio così, si toglievano tre unità dal servizio di soccorso, sostituite da tre richiami di discontinui che il nostro munifico e caro Dipartimento avrebbe dato in più al Comando, che come tutti possono vedere quotidianamente ha personale in “esubero”.
Non sono al corrente se già lo stesso giorno (probabile) ma sicuramente il giorno successivo qualcuno dei “sindacalisti”, probabilmente non abituato a dire di no, si era allineato con la versione della Dirigenza senza che i lavoratori potessero usufruire di un centesimo in più.
Così due giorni dopo è stato convocato in un modo decisamente “anomalo”, per il fatto che come organizzazione sindacale siamo stati invitati da un’altra O.S. (forse qualcuno ha ricevuto nel pacchetto anche la delega alle convocazioni) e non dalla Dirigenza del Comando di Cuneo (sempre più latitante ed ostaggio di questi poteri forti), un altro incontro, dove ci è stata sottoposta una “nuova” proposta: TRE unità in straordinario e DUE in servizio; come potete vedere un gran bel passo in avanti ed infatti i confederali hanno immediatamente dato l’assenso, mentre la nostra O.S. ha immediatamente rigettato questa proposta.
A quel punto il Dirigente ha potuto andare a godersi tranquillamente le sue meritate ferie e probabilmente un prossimo trasferimento più vicino a casa (ce lo auguriamo noi del Piemonte e ci dispiace per i Colleghi del Veneto).
Questo è storia di oggi ma io vi voglio raccontare la storia (trovata in un libro) di un nostro passato che non ricordiamo più, qualcuno perché non ha radici qui nelle nostre valli e altri perché la ignorano o…..
All’incirca era il 1588 e regnava il Duca di Savoia Carlo Emanuele I che per sostenere le sue puntate guerresche contro una di queste valli ha arruolato gruppi di montanari di un’altra valle vicina perché solo con il suo esercito di pianura non riusciva a spuntarla. Molti di questi soldati montanari dimostrarono un grande spirito di servizio contro i loro conterranei tanto che poi si disse che in quelle località fossero nate le caste dei caporalmaggiori. Il passaggio sotto il dominio dei Savoia portò a gravi forme di imposizione, di persecuzione e di abbandono per tutto il nostro territorio (le valli del Marchesato di Saluzzo). Fatto sta che nel volgere dei tempi e degli eventi i nostri emigranti cercatori di pane che si recavano in Francia passando dal Col Servagno, Colle dell’Oserot dal Passo dell’ Escalon ascendendo dal vallone del Preit o dal vallone di Unerzio dall’alto dei loro passaggi scorgevano in basso dei contadini, dei pastre intenti alle loro umili occupazioni lanciavano contro di essi un grido lungo e ripetuto: << Savoia … Savoia …>> Era come un’ingiuria; la più grossa che da parte nostra si poteva indirizzare a qualcuno … Dal canto loro quei contadini e quei pastori si tramandavano il ricordo d’una gente fiera e indomabile, insofferente d’ogni costrizione. Le << testes lonjes >>, le teste lunghe inadatte a portare la briglia ….
Questa è una piccola pillola di storia locale che però la dice lunga sul genere umano e questi eventi non sono poi cosi fuori dal tempo se proviamo adattarli a noi ci riusciamo benissimo.
Ho voluto scrivere anche a voi colleghi e colleghe SATI perche oggi è toccato a noi perdere qualcosa ma domani o già ieri è toccato a voi e finché c’è sempre qualcuno in questo Comando che “divi
In allegato:
2011 Servizio di Vigilanza Colle Tenda
2012 Presidio VVF Colle Tenda