L’OMBRA DELLE FORBICI
ANCORA INGERENZE DEL MEF
SULLA CONTRATTAZIONE ALL’INPS
(60/23) Poco prima dell’inizio della trattativa del 7 novembre, l’Amministrazione ha finalmente consegnato ai sindacati i documenti relativi ai rilievi mossi dai ministeri vigilanti all’ipotesi di contratto integrativo Inps 2022-23 con un colpevole ritardo di due mesi. Peraltro, non sono state fornite le controdeduzioni dell’Amministrazione, per cui non è possibile fare una valutazione complessiva della situazione.
Ricordiamo a tutti i colleghi che senza la certificazione dei ministeri vigilanti e la successiva sottoscrizione definitiva del contratto, non potrà essere erogato il saldo dell’incentivo 2022 e soprattutto che a tale certificazione sono legati i 6000 passaggi orizzontali concordati con decorrenza 2023.
I rilievi sono quasi tutti di natura burocratica e probabilmente superabili con l’interlocuzione in corso tra ragioneria Generale dello Stato e Inps. C’è però un rilievo pesante di natura contabile che potrebbe mettere in discussione la somma di circa 20 milioni di euro nell’importo del Fondo. Il Capo del Personale è stato rassicurante su questo punto, sostenendo che si tratterebbe di una partita di giro a saldo invariato, o quasi, tra fondo e bilancio di ente. Nessuna perdita quindi di retribuzione.
La rassicurazione però ci convince poco e ci riserviamo i necessari approfondimenti. Quel che è certo è che USB non è disposta a tollerare ingerenze nell’autonomia contrattuale e tantomeno riduzioni del fondo che comportino tagli alla retribuzione.
I 6000 passaggi orizzontali devono essere garantiti ad ogni costo ed in tal senso il tempo stringe, dato che la procedura deve necessariamente concludersi entro il 31 dicembre 2023 o tutto verrà vanificato.
USB ha chiesto formalmente che entro il 17 novembre vengano pubblicati i bandi per i differenziali stipendiali, anche in assenza della certificazione definitiva del contratto, che può arrivare in un secondo momento purché entro l’anno.
Grazie alla mobilitazione dei lavoratori mansionisti, promossa dalla USB, lunedì scorso sono uscite le graduatorie per i passaggi in deroga permettendo di svuotare quasi tutta l’area A mentre per i lavoratori dell’area B il risultato è solo parziale. Solo 994 lavoratori su 2290 passeranno. La USB ha anche chiesto al tavolo formalmente che entro la stessa data del 17 novembre venga pubblicato il secondo bando per ulteriori 910 passaggi verticali in deroga, finanziati con le risorse aggiuntive previste dal CCNL 2019-21 e che pertanto non necessitano di autorizzazioni. La pubblicazione tempestiva consentirebbe anche di tranquillizzare gli animi dei lavoratori rimasti esclusi dalla prima selezione, con riferimento alla quale stiamo registrando numerosissime lamentele per valutazione errata dei titoli o dell’anzianità, con la prospettiva di moltissime richieste di riesame. Non ci sembrano fondate le perplessità espresse da alcune organizzazioni e dall’amministrazione in merito al rischio di confusione per sovrapposizione di due graduatorie, dato che i parametri da considerare sarebbero gli stessi.
Se il personale degli uffici interessati al controllo delle domande e alla compilazione delle graduatorie non è sufficiente, come qualcuno ha evidenziato, riteniamo che l’importanza dei temi meriti la costituzione di un apposito gruppo (task force) di lavoro finalizzato ad accelerare le procedure.
Il Capo del personale ha preso l’impegno a pubblicare il bando per le progressioni orizzontali entro novembre e quello per le progressioni in deroga entro dicembre, anche a seguito delle motivate richieste di USB, a fronte di un orientamento iniziale che guardava al 2024.
Riteniamo che si possa fare di più e meglio, rimaniamo fermi sulla richiesta del 17 novembre come data limite per entrambi i bandi e ci riserviamo di mobilitare i lavoratori dell’Inps a difesa dei loro diritti.