Ieri mattina centinaia di attivisti dei movimenti per il diritto all'abitare, insieme ad attivisti del coordinamento romano acqua pubblica hanno invaso lo stabile di Acea per reclamare un incontro con la dirigenza dell'Azienda in merito alla pratica dei distacchi idrici ed elettrici, ordinati nei confronti degli stabili occupati da decine di famiglie. La scelta della data dell'iniziativa è tutt'altro che casuale: anniversario della vittoria referendaria di giugno 2011, nella quale 26 milioni di cittadini italiani hanno detto chiaramente di volere l'acqua e i servizi pubblici gestiti al di fuori delle logiche di mercato e di profitto. Al contrario, continua ad essere proprio il profitto a guidare le scelte della multinazionale, con grossa soddisfazione degli azionisti (64 milioni di dividendi nel 2012) e grande rabbia da parte dei cittadini per un servizio che continua a peggiorare, calpestando anche i diritti più fondamentali. L'azione di oggi ha messo bene in chiaro come il diritto a servizi essenziali come acqua ed energia non debba diventare un problema di ordine pubblico, ma abbia bisogno di scelte politiche chiare, che coinvolgano l'amministrazione capitolina e che chiamino in causa la dirigenza di Acea per le sue responsabilità gestionali. Tra queste in campo c'è l'unica scelta praticabile: l'uscita dei privati e la ripubblicizzazione dell'azienda.
In tarda mattinata una folta delegazione ha incontrato l'AD Paolo Gallo, uomo di Alemanno vicino al principale azionista privato di Acea Gaetano Caltagirone, e il direttore operativo di acea distribuzione spa, Aldo Stracqualursi, ai quali sono state esposte, con chiarezza e determinazione, le principali richieste.
Primi obiettivi la rapida risoluzione di questioni urgenti legate agli stabili occupati da decine di famiglie in difficoltà economica: moratoria dei distacchi ordinati a seguito dell'invio di bollette esorbitanti e assolutamente sproporzionate, immediato allaccio della corrente elettrica nello stabile di Via dei Sambuci e l'apertura di un tavolo politico, che veda la partecipazione del neo-sindaco di Roma, anche in qualità di Sindaco del Comune maggiore azionista di Acea.
Il lungo, complicato e a tratti acceso confronto con la dirigenza Acea ha messo in luce non solo come la gestione attraverso SpA sia del tutto inadeguata alla necessità di fornire un servizio che metta al centro gli interessi dei cittadini, ma anche come la stessa dirigenza della multinazionale, forse più attenta ai titoli di borsa che alla sua "mission", non abbia le idee chiare su ciò che avviene davvero nella azienda per la cui guida incassa un congruo stipendio. La determinazione dei manifestanti ha comunque fatto sì che tutte le richieste fossero accettate.
Prossimo appuntamento quindi il 21 giugno in Campidoglio alla presenza del neosindaco Marino, della dirigenza Acea e dell'Authority per l'Energia e il Gas, in un incontro in cui affrontare il tema Acea in modo più ampio: dalla tariffazione sociale alla ripubblicizzazione, passando per il problema dei distacchi e dei mancati investimenti di AceaAto2 SpA sul settore idrico.
Sarà la prima occasione per il Sindaco Marino per dimostrare di voler praticare la volontà della maggioranza dei cittadini romani: 1.200.000 sì per l'acqua pubblica, espressi giusto due anni fa.
Coordinamento Romano Acqua Pubblica
Movimenti per il diritto dell'abitare