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Nazionale Gli editoriali

Appello USB alle organizzazioni sindacali conflittuali per lo sciopero generale del prossimo autunno


L'USB ha indetto lo sciopero generale dell’intera giornata per il prossimo 23 Settembre.

Tale data è stata scelta tenendo conto dell’annuncio del Governo di voler tenere  il Referendum sulla contro-riforma Costituzionale il 2 ottobre.  

Prima dell'indizione abbiamo  proposto alle organizzazioni sindacali di base di riunirsi per costruire insieme le lotte per il prossimo autunno. Purtroppo non siamo riusciti a coinvolgere gran parte delle sigle sindacali ed abbiamo quindi proceduto all'indizione formale dello sciopero, lasciando comunque aperto un ampio margine per arrivare ad una condivisione e alla costruzione unitaria dello sciopero.

Per questo motivo lanciamo oggi questo appello ai lavoratori e all'intero sindacalismo di classe, di base e alternativo.

Riteniamo che le condizioni sociali, sindacali e politiche a livello nazionale ed internazionale, il valore che assumerà il risultato del Referendum,  impongano uno sforzo comune che impegni tutti e che faccia a tutti superare le differenze tra le varie formazioni sindacali alternative, presenti e non certo marginali rispetto ad impostazione generale, approccio, metodo e dimensioni, ma che in questa specifica e delicata situazione non possano rappresentare il motivo dell'incomunicabilità oggi esistente.

USB auspica l’individuazione di un percorso comune che non deve necessariamente coincidere con una totale condivisione sull’analisi di  fase e sugli strumenti per affrontarla, ma che almeno ponga come centrale un percorso di lotta che veda  la costruzione e la realizzazione dello sciopero generale.

D'altra parte, a prescindere dalle differenze che sembrano ormai più che evidenti nei programmi e nelle prospettive di lavoro sindacale, ci sembra continui ad esistere una visione comune sui più importanti temi sindacali e sociali e questo dovrebbe farci concentrare su una necessaria opposizione alle politiche del governo Renzi, dettate dall'Unione Europea, dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Centrale Europea.
 
I lavoratori non comprenderebbero spaccature o percorsi diversi in una situazione nella quale la prossima manovra finanziaria,  la piena attuazione del jobs-act, il mancato rinnovo dei contratti, la pensione che non arriva mai, la disoccupazione galoppante, i licenziamenti, i salari sempre più miseri, gli spazi democratici e di rappresentanza che si restringono in modo sempre più pesante, la sanità e la scuola sempre meno pubbliche, le privatizzazioni e la mancanza di una seria politica abitativa, stanno mettendo in discussione le condizioni vita di milioni di persone, già pesantemente provate da una crisi orma decennale.

Siamo quindi disponibili a verificare insieme le modalità dello sciopero, la complessità della piattaforma, le forme di rappresentazione di quella giornata nelle città e sui posti di lavoro.
Siamo convinti che tutti insieme potremmo essere più incisivi e costruire un percorso di lotta e mobilitazione che possa andare anche oltre la giornata dello sciopero.