Malgrado le rassicurazioni sul futuro dei precari del 118, giunte sia dal Direttore Generale dell’ARES che dal Presidente della Regione Lazio Marrazzo, 46 infermieri con contratto a Tempo Determinato stanno ricevendo le lettere di licenziamento che scatterà dal prossimo 31 marzo. I 46 lavoratori non solo hanno maturato i requisiti per la stabilizzazione, ma hanno anche superato un concorso pubblico e sono in graduatoria per l’assunzione, ma la Direzione Generale dell’ARES ha reso noto di dover interrompere il rapporto di lavoro “in assenza della prescritta autorizzazione regionale”.
“Questo provvedimento - dichiara Maria Teresa Pascucci del Coordinamento Regionale RdB-CUB Sanità - rappresenta chiaramente l’inconsistenza della dirigenza dell’Ares 118, che esprime la sua autonomia dirigenziale, anche violando le norme, per reprime e vessare il personale, ma non ha il coraggio delle sue responsabilità quando deve onorare impegni e atti dovuti”.
“Ciò dimostra anche una certa incompetenza - continua la sindacalista - perché l’avvio dei processi di stabilizzazione è demandato proprio ai Direttori Generali delle aziende da ben due Finanziarie nazionali e da una Delibera di giunta regionale. Fra l’altro la stabilizzazione dei Tempi Determinati non comporta aumenti di spesa del personale, vero motivo del blocco delle assunzioni del piano di rientro dal deficit”.
Conclude la sindacalista: “Consideriamo gravissimo e ingiustificato che l’ARES 118 non abbia perlomeno prorogato i contratti in attesa della stabilizzazione. La RdB-CUB continuerà a mettere in atto tutte le iniziative necessarie per garantire il diritto al lavoro dei precari del 118, così come a tutti i precari della Sanità del Lazio. Inoltre, dato che il licenziamento dei precari del 118 potrebbe mettere a rischio la garanzia del servizio di emergenza, abbiamo deciso di investire del problema anche il Prefetto di Roma”.
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