“Gli arresti e gli indagati eccellenti di Roma riferiscono di un sistema politico di gestione delle risorse pubbliche attraverso gli appalti pesantemente pervaso da interessi mafiosi”, dichiara Teresa Pascucci, dell’USB di Roma e Lazio.
“Si tratta dell’ennesimo caso e non sarà l’ultimo – osserva la rappresentante USB - lo scandalo Mose, l’Expo, disegnano un fiume di denari, un sistema consolidato di clientele, di occupazione di spazi ed incarichi pubblici che, in perfetto stile bipartisan, è servito a finanziare interessi economici e personali che nulla hanno a che spartire con la gestione dei servizi pubblici”.
Prosegue Pascucci: “Da tempo l' USB aveva denunciato le storture nella gestione Ama al Sindaco Marino, e fino a pochi giorni fa anche all'Assessore all'Ambiente, sottolineando che aver cambiato solo l'amministratore delegato ed il capo del personale, lasciando inalterata tutta la rete dei dirigenti che gestiva l'AMA con Panzironi, non avrebbe prodotto né miglioramenti né trasparenza. L'arresto, tra gli altri, di Fiscon, Direttore Generale di AMA, ci ha dato pienamente ragione”.
“Nel frattempo i servizi sono peggiorati, i costi collettivi sono aumentati, sono peggiorate le condizioni materiali dei lavoratori e delle lavoratrici, triturati nel vortice del sistema degli appalti e subappalti. Una ‘clausola sociale’ che è valsa solo a garantire ruberie e malaffare – attacca Pascucci - non la qualità dei servizi, non occupazione e salari dignitosi ai lavoratori, non la tutela dell’ambiente”.
“A chi in queste ora invoca la privatizzazione delle aziende pubbliche – avverte la sindacalista dell’USB - rispondiamo che il malaffare risiede proprio laddove sono state fatte le privatizzazioni e si è utilizzato lo strumento degli appalti e, se una spending review si deve fare, la si faccia nei confronti del sistema delle nomine nelle aziende partecipate e nel sistema degli appalti pubblici. Si mettano dunque in trasparenza i tanti, troppi lati oscuri e si riprenda il governo della cosa pubblica per la gestione dei beni comuni fuori dalla logica del profitto, a partire dalla reinternalizzazione di ampi settori di servizi pubblici”.
“Anche per questo abbiamo scioperato il 24 ottobre e continueremo con iniziative di lotta - conclude Teresa Pascucci - perché i servizi pubblici locali ritornino nelle mani dei cittadini, perché il governo della cosa pubblica sia affidato alle assemblee elettive, perché la gestione delle società pubbliche, che pubbliche devono rimanere, sia agito da persone che rispondono agli interessi della collettività”.
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