(88/20) L’amministrazione centrale nella tarda serata di ieri ha inviato la convocazione del tavolo per il monitoraggio dell’accordo del 3 giugno. La riunione è prevista per giovedì 9 luglio alle ore 14 in videoconferenza.
Un risultato arrivato al termine di un giro di telefonate con l’alta dirigenza centrale e con l’organo di governo dell’Istituto ai quali abbiamo rappresentato la nostra ferma decisione di andare allo sciopero senza un segnale di apertura da parte dell’INPS.
Nel frattempo continuano ad accadere cose spiacevoli ed imbarazzanti. Mentre la direttrice generale nel messaggio 2561 del 23 giugno comunicava la decisione di riaprire gli sportelli in presenza nelle sedi escludendo le agenzie, nel pomeriggio di venerdì 3 luglio la direttrice regionale del Lazio scriveva ai direttori delle sedi e delle agenzie chiedendo di organizzare la presenza giornaliera di due persone in ogni agenzia per “...gestire gli utenti che potrebbero essere stati prenotati dal CCM su agenda appuntamenti con accesso fisico (al CCM ancora non hanno passato la lista delle strutture dove non è previsto il contatto fisico)...”. Il CCM è il contact center multicanale gestito da personale esterno all’Istituto. Non sappiamo se il problema riguardi solo il Lazio o anche le altre regioni.
Ricapitolando: la direttrice generale viola l’accordo del 3 giugno e riapre gli sportelli in presenza nelle sedi ma esclude le agenzie, tuttavia nessuno informa il contact center che va per la sua strada e prende gli appuntamenti anche per le agenzie, mentre a livello regionale si precettano i lavoratori delle agenzie in attesa di appuntamenti al buio.
E poi saremmo noi i cattivi a chiedere la rimozione del direttore centrale organizzazione e comunicazione? Forse siamo troppo buoni a fermarci a questa richiesta evitando di allungare l’elenco.
Il 9 luglio chiederemo conto all’amministrazione della violazione dell’accordo del 3 giugno e di quello che non è stato fatto in termini di comunicazione istituzionale per evitare che all’INPS fosse addossata la responsabilità dei ritardi nell’erogazione delle prestazioni Covid. Inoltre, chiederemo che sia fatta chiarezza sulle responsabilità che hanno riguardato la mancata valorizzazione degli strumenti alternativi allo sportello in presenza, penalizzati anche dall’assenza di un’adeguata campagna informativa istituzionale.
Si intervenga immediatamente a bloccare gli sportelli in presenza nelle sedi e nelle agenzie, implementando i servizi alternativi, anche per evitare che le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto siano oggetto di possibili aggressioni fisiche considerando il clima ostile montato nel Paese nei confronti dell’INPS..