Lavoratori,
da quando il Governo dei professori si è insediato, non ha fatto altro che parlare di Protezione Civile, e sempre a sproposito: di limitarne i poteri, di trasferirla al Ministero dell’Interno, di toglierle la flotta aerea, di limitarne le spese, di contenerne l’autonomia operativa.
Facciamo il punto. Il decreto cosiddetto “mille proroghe”, per una dura iniziativa del Ministero dell’Economia, sta imbrigliando ormai da mesi la capacità di intervento della Protezione Civile con la scusa della spesa pubblica. Debiti.
Le varie emergenze hanno tuttavia mostrato con tutta evidenza, al mondo intero, che per fronteggiarle si ha bisogno d’uno schieramento plurale di forze molto ampio che necessita di un coordinamento superiore, e che il Fondo nazionale di Protezione Civile che lo alimenta è stato costituito per dare risposta a una reale esigenza di garanzia di tempestività e completezza di interventi a sostegno di chi veniva gravemente colpito.
Ma i professori hanno altro per la testa e quindi ne è venuto fuori che il Presidente del Consiglio verrà limitato nel potere discrezionale di delegare a un Ministro del suo Governo le funzioni di responsabile delle attività di Protezione Civile, perché l’unico Ministro delegabile sarà d’ora in poi il Ministro dell’Interno. Se questa proposta non prelude a un trasferimento di competenze dalla Presidenza del Consiglio al Ministero dell’Interno non si spiegano le ragioni di una così forte limitazione dei poteri di delega del presidente. Inoltre una funzione di coordinamento come il COAU (Centro Operativo Aereo Unificato), che è la struttura di raccordo fra forze aeree destinate al soccorso e all’antincendio delle varie amministrazioni centrali e territoriali, viene trasferita ai Vigili del Fuoco che è una struttura operativa da coordinare e non coordinante. Quanto al coordinamento emergenziale, il Capo Dipartimento deve firmare le ordinanze di Protezione Civile, e le emergenze, qualsiasi cosa succeda, durerebbero in tutto poche decine di giorni (tre mesi al massimo) dopo di che tutto torna all’ordinario. Infine, dichiarando lo stato di emergenza il governo dovrebbe saper dire da subito a chi toccherà gestire l’ordinario dopo la fase acuta.
Ma alcuni dubbi diventano leciti se trattiamo a fondo il perché di tale flotta a noi:
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dove sta il risparmio nel passare la flotta dei canadair e le funzioni ben sperimentate di coordinamento generale svolte da ottimi ufficiali dell’aeronautica, della Forestale e dei Vigili del Fuoco, alla competenza del CNVVF?
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con quali piloti vanno gestiti i canadair?
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quale sarà il risparmio per la spesa pubblica, visto che dovrà esser fatto ugualmente un appalto per la gestione della flotta antincendio?
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passare la flotta dei canadair ai Vigili del Fuoco, che non dispongono di sufficiente personale di volo specializzato e di robuste strutture di terra con personale qualificato per la manutenzione dei mezzi aerei significa obbligare la nostra Amministrazione ad affidare il servizio a società private esterne e con costi elevati?
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perché si vuole trasferire ai VVF anche l’ufficio di coordinamento aereo unificato (COAU) che da trenta anni è una funzione Presidenziale di coordinamento di Protezione Civile?
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cosa c’entra la gestione della flotta con il coordinamento di Protezione Civile?
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per quale motivo si dovrebbero porre paletti alla possibilità del Presidente del Consiglio di delegare la sua funzione di coordinamento?
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perché dovrebbe poterla delegare solo al Ministro dell’Interno?
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perché impedire la delega a un Ministro senza portafoglio come prevede in prima battuta la legge 400/88? Per quale motivo, infatti, una competenza di coordinamento che è tipicamente del Presidente (poiché coinvolge poteri concorrenti delle regioni), dovrebbe essere pilotata verso un solo Ministro possibile, per di più “con” portafoglio?
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perché le ordinanze presidenziali dovrebbero essere firmate da un dirigente?
Insomma, complessivamente, si tratta di un’operazione che per come si è presentata e sviluppata è confusa e costosa, e come al solito a pagarne il prezzo più alto saremo sempre e solo noi operatori del soccorso che ci vedremo sempre più tassati e tartassati. Corretto è eliminare la dicotomia che esiste tra i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile ma non si può pensare di rilegare il soccorso tecnico urgente (sia che si occupi di micro che di macro emergenze) dentro il pantano burocratico di un Ministero con il portafoglio.