Avviso del tempo di rilascio dell'immobile ex art. 608 c.p.c.; dietro questa formula asettica il dramma di una famiglia di cittadini italiani con due bambini piccoli, residente ad Ancona, che rischia di rimanere senza casa.
Non una storia come le altre, però, e lo precisiamo subito, anche se le premesse erano quelle già viste in altre circostanze: il Covid riduce a brandelli l'attività economica che garantiva il sostentamento familiare, qualche rata di canone di locazione non pagata, citazione, sfratto. Sembrerebbe a prima vista una storia come, purtroppo, tante altre in tempi di crisi, ma così non è, lo ribadiamo, perché, con fatica e tanti sacrifici, gli inquilini riescono a racimolare i soldi e saldano tutto il debito, compresa la refusione delle spese legali sostenute dal proprietario dell'immobile.
Lieto fine, quindi? No: questa storia non è come le altre nel suo svolgimento e non lo sarà nel suo epilogo. L'avvocato della controparte eccepisce, nell'udienza che avrebbe dovuto porre fine alla vicenda, il mancato pagamento di quota parte delle spese legali. Quota parte, non tutte, si badi.
Risultato: sfratto convalidato, immobile da rilasciare entro il 17 maggio e la famiglia che rischia di dover abbandonare l'immobile in cui vive.
Già questo renderebbe la nostra storia diversa da tante altre, ma non basta. Non basta perché da un esame della documentazione in possesso della famiglia risulterebbe non solo il pagamento integrale dei canoni di locazione arretrati e delle spese legali, ma che le stesse sono state inspiegabilmente richieste dalla controparte e corrisposte due volte!
Una storia che fa infuriare per il senso di ingiustizia che trasuda. Speculazione senza fine, non solo sull'affitto di un immobile, che peraltro presenta criticità evidenti segnalate dagli inquilini ma non risolte dalla proprietà, ma che straborda nell'ignominia quando i debiti vengono saldati e gli oneri accessori corrisposti.
Questo profondo senso di ingiustizia che ci attanaglia ci spinge a stare a fianco della famiglia nella sua lotta per vedere riconosciuti i propri diritti, stavolta non solo costituzionali di diritto alla casa, ma anche di comune diritto civile.
Rimettiamo ai nostri legali ogni valutazione in merito a questa vicenda, che sarà approfondita nelle opportune sedi.
Per ora, constatiamo il fallimento dello stato di diritto. Esiste ancora o il potere effettivo è in mano alla speculazione e a chi la perpetra?
Chi pensa alle persone che subiscono la privazione dei più elementari diritti, indubbiamente calpestati, umiliati e prevaricati, e lo stigma dello sfratto per una morosità inesistente?
Il comportamento di chi rappresenta gli interessi dei soggetti forti è sempre improntato all'etica?
E chi ha rappresentato la famiglia ha una qualche colpa?
A.S.I.A. USB non ci sta. Ha lottato, lotta e continuerà a lottare a fianco dei deboli, tantopiù in un caso di palese abuso.
Oltre a garantire la massima copertura legale, stiamo sensibilizzando il Comune di Ancona che si sta adoperando per dare una risposta a questo annullamento dei diritti civili e costituzionali della persona in nome del profitto di alcuni e dell'interesse corporativo.
A.S.I.A. USB sarà il 17 maggio a presidiare l'abitazione e garantire il riconoscimento dei diritti usurpati. Invitiamo cittadini, associazioni, movimenti, a partecipare al presidio per dimostrare vicinanza e fratellanza alle vittime di un'ingiustizia che potrebbe subire ciascuno di noi.
A.S.I.A.-USB ANCONA
Sede Piazzale Medaglie d’ Oro n. 9 Ancona
tel. 071.2072091 e-mail: ancona.asia@usb.it