In un documento congiunto inviato il 15 marzo 2013 alla rivista UN Human Rights Council’s Universal Periodic Review (UPR), l’Associazione Inquilini e Abitanti (ASIA), insieme all’Housing and Land Rights Network (HIC-HLRN) hanno evidenziato le violazioni dello Stato italiano in materia di diritto alla casa.
L’aumento alle stelle degli affitti e dei prezzi degli appartamenti, ha reso impossibile per i cittadini ottenere una casa a costi ragionevoli, oltre a portare alla crescita delle richieste di sfratto. Il documento mette in relazione gli obblighi legali internazionali con la legislazione italiana, la quale dovrebbe provvedere a garantire un’abitazione a ogni cittadino.
Come già precedentemente documentato dall’ASIA, la deregolamentazione e la privatizzazione di alcuni enti previdenziali preposte alle necessità sociali hanno portato enormi violazioni del diritto alla casa , di concerto con l’assenza di una pianificazione da parte dello Stato. Molti fondi pensione ed enti previdenziali utilizzano i guadagni provenienti dall’affitto delle case per finanziare i programmi pensionistici dei lavoratori. Tuttavia, negli anni passati, al fine di sanare i propri bilanci e grazie agli scarsi controlli, diversi enti hanno cominciato ad alzare gli affitti o a vendere gli appartamenti, sempre a costi insostenibili per i locatari.
Si tratta di un problema di lunga data che è andato peggiorando negli ultimi anni: se su scala nazionale c’è stato un aumento medio del 50% del prezzo degli affitti, nei centri urbani più importanti tale aumento ha raggiunto l’85%, fino ad arrivare ai casi di metropoli come Roma e Milano dove i prezzi sono saliti anche del 200%, con punte del 300%.
Il livello dei salari non ha certamente seguito l’andamento del prezzo degli affitti, così migliaia di famiglie sono state costrette ad affrontare cause di sfratto per l’impossibilità di sostenere l’aumento dei costi.
A tutto ciò si è aggiunta la negligenza del Governo italiano nel sostenere le necessità abitative del Paese. Con soli 800.000 appartamenti di edilizia popolare, i dati raccolti stimano che il Governo dovrebbe costruire, o rendere disponibili, 1 milione di nuove unità abitative per far fronte all’aumento del numero di famiglie che non possono permettersi i prezzi del mercato immobiliare libero.
Il documento presentato (link: joint UPR submission) chiede che il Governo italiano rispetti i propri obblighi in materia di diritto alla casa, oltre a proporre le seguenti iniziative:
- Il Governo Italiano deve sviluppare un piano nazionale di edilizia popolare che favorisca le necessità della popolazione, in particolare quelle dei gruppi di persone svantaggiate, e che includa il riutilizzo di strutture già esistenti, la costruzione di 1 milione di nuove abitazioni, l’incremento della spesa regionale a favore dell’edilizia sociale.
- Lo Stato deve intraprendere iniziative legislative per definire in modo chiaro il quadro legislativo nel quale operano gli istituti enti previdenziali privatizzati, assicurando che le relative procedure si svolgano con uniformità e trasparenza.
- Lo Stato deve intervenire per tutelare gli inquilini, svolgendo un’adeguata sorveglianza sui prezzi delle case vendute dagli enti e sugli aumenti relativi ai rinnovi dei contratti di affitto.
Lo scopo del documento è di obbligare, anche attraverso l’analisi di casi specifici, la comunità internazionale e il Governo italiano a favorire strategie e politiche abitative di edilizia sociale, che rispettino il diritto alla casa e siano vantaggiose per tutto il popolo italiano.
Scarica il documento originale: Download the joint HIC-HLRN / ASIA submission to the UPR
Traduzione dei testi dall'inglese di Maurizio BARBA.
24 marzo 2014
Per eventuali domande si prega di contattare:
Angelo Fascetti, Associazioni Inquilini e Abitanti – Unione Sindacale di Base,
Email : a.fascetti@usb.it
Emily Mattheisen, Habitat International Coalition-Housing and Land Rights Network, Email: emattheisen@hic-mena.org
HIC-HLRN
12 Tiba Street, 2nd Floor
Mohandaseen
Giza, Egypt
Telefax: +20 (0)2 3748-6379
Mobile: +20 (0)106 428-2820
Web: www.hlrn.org and www.hic-mena.org
Che cosè Universal Periodic Review (UPR)
(traduzione da Google)
Revisione Periodica Universale
La revisione periodica universale "ha un grande potenziale per promuovere e proteggere i diritti umani negli angoli più bui del mondo." - Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite
La Universal Periodic Review (UPR) è un processo unico, che comporta una revisione dei record dei diritti umani di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite. L'UPR è un processo Stato - driven, sotto gli auspici del Consiglio dei Diritti Umani, che prevede la possibilità per ogni Stato di dichiarare quali azioni hanno preso per migliorare la situazione dei diritti umani nei loro paesi e ad adempiere ai loro obblighi relativi ai diritti umani. Come una delle caratteristiche principali del Consiglio, l' UPR è stato progettato per garantire parità di trattamento per tutti i paesi in cui la loro situazione dei diritti umani sono valutati .
L'UPR è stato creato attraverso l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 15 marzo 2006 con la delibera 60/251, che ha istituito il Consiglio dei diritti dell'uomo stesso. Si tratta di un processo di cooperazione che, entro ottobre 2011, ha esaminato la situazione dei diritti umani di tutti i 193 Stati membri dell'ONU. Attualmente, nessun altro meccanismo universale di questo tipo esiste. L' UPR è uno degli elementi chiave del Consiglio che ricorda membri della loro responsabilità di rispettare pienamente e attuare tutti i diritti umani e le libertà fondamentali. L'obiettivo finale di questo meccanismo è quello di migliorare la situazione dei diritti umani in tutti i paesi e affrontare le violazioni dei diritti umani, ovunque si verifichino.