Nell’ incontro avvenuto il 21 marzo u.s. tra Amministrazione e OO.SS nazionali siamo stati informati che la riorganizzazione subirà, a causa dello stallo degli eventi politici relativi alla formazione del nuovo Governo, una battuta di arresto.
Battuta di arresto che riguarda solamente l’eventuale unificazione di una parte degli uffici territoriali, così come paventato dall’abolizione di alcune Province.
Quindi si procederà, per ora, solo all’unificazione delle DRL con le ex Direzioni Provinciali di riferimento.
Questo non ci rassicura affatto, soprattutto alla luce di quanto emerso nei mesi precedenti ed, in particolare, dalla presentazione delle bozze dei decreti di riorganizzazione degli uffici pubblici (Ministeri) presentati alle OO.SS. del Ministero degli Interni; decreti nei quali si rappresentava la necessità di accorpare tutte le funzioni amministrative di tutti i Ministeri eccetto il M.E.F. in un unico Ufficio Territoriale di Governo con a capo una sorta di super prefetto munito di poteri speciali.
Una sorta di “soluzione finale” tutta funzionale a accorpare e comprimere le funzioni dei pubblici dipendenti dei Ministeri, sopprimere sedi di lavoro e dare una bella sforbiciata al numero dei lavoratori.
Una soluzione che “attrezza” i prossimi governi ad affrontare nei termini del controllo e della repressione gli inevitabili conflitti sociali che scoppieranno sui territori dove la mancanza del diritto al lavoro, alla salute, all’abitare e all’istruzione ha subito negli ultimi anni, una devastante escalation.
I dati forniti dall’ Amministrazione sulle piante organiche del nostro Ministero la dicono lunga su come gli otto anni passati abbiano inciso profondamente sui numeri e sulle funzioni demandate ai lavoratori e, quindi, direttamente legate alle tutele che dovremmo esercitare sul territorio.
Dal 2005 ad oggi a seguito dei DPR n. 144, DPCM 7 febbraio 2012 e DPCM 22 gennaio 2013 le piante organiche della nostra Amministrazione hanno subito l’abbattimento del 34,2% con una riduzione di fabbisogno del personale di 3811 unità passando da 11.142 (2005) ai 7331 attuali: la riorganizzazione, come il paradiso, può, dunque, attendere ma lo smantellamento è, comunque, in atto.
Roma, 25 marzo 2013
USB/P.I. Coordinamento Nazionale Lavoro e P.S.