COMUNICATO STAMPA
La revisione dello strumento militare prevede una per molti aspetti positiva razionalizzazione di comandi, enti e strutture legate alla logistica, alla formazione e all'amministrazione, specialmente laddove si possono creare efficienti sinergie tra esercito, aeronautica e marina, incidendo però contestualmente sul dato occupazionale con una progressiva riduzione del personale a fronte di una richiesta di maggiore efficienza/produttività dei dipendenti non adeguatamente compensata da alcun miglioramento professionale e economico;
la norma individua in modo puntuale e dettagliato i tagli al personale e alle risorse per l'addestramento, l'esercizio, l'efficienza di mezzi ed equipaggiamenti, mentre sugli aspetti che riguardano i sistemi d'arma e i programmi di armamento, quali i molto contestati F-35, risulta assai approssimativa e indefinita.
L'articolo 2 della legge n. 244 del 2012 contiene i principi a cui si è ispirata la revisione dell'assetto strutturale e organizzativo della difesa, tra i quali la necessità di conseguire, entro 6 anni, una contrazione strutturale complessiva non inferiore al 30 per cento;
peraltro, sempre secondo segnalazioni sindacali, alcuni dei comandi ed enti interessati a processi di soppressione o riorganizzazione menzionati negli annessi allegati alle bozze degli schemi dei decreti legislativi, hanno perso funzioni nel corso degli anni attraverso politiche di esternalizzazione delle attività e di depauperamento delle professionalità;
l'onere di queste scelte, con tutta probabilità, sarà pagato principalmente dai dipendenti civili in termini di abbattimento dei livelli occupazionali, con maggiori criticità nelle aree produttive depresse, peraltro senza le agevolazioni previste per la componente militare;
ancor più complesso è il ricollocamento del personale che opera nel settore delle lavorazioni e che rischia di essere maggiormente penalizzato. Un auspicato sblocco del turn-over all'interno di tutto il comparto, accompagnato da percorsi di formazione e lavoro gestiti all'interno delle strutture produttive, permetterebbe di assicurare continuità a questo settore, impiegando gli stessi dipendenti in qualità di formatori.
Secondo l’O.S USB Difesa , è evidente e oggettivamente rilevante il pesante contributo pagato dal personale civile alle politiche di contenimento dei costi, con un cospicuo aumento dei carichi di lavoro e delle responsabilità a fronte di un blocco dei contratti e delle carriere che rischia di protrarsi per altri molti anni;
viceversa, per quanto riguarda gli aspetti funzionali ed organizzativi, sarebbe auspicabile ed opportuno un piano di assunzioni mirato, superando il blocco del turn-over all'interno di tutto il comparto, per garantire quantomeno le attuali dotazioni organiche e nello stesso tempo reinternalizzare quelle lavorazioni che sono andate inutilmente se non dannosamente perdute;
Sarebbe vantaggioso, pertanto, rendere concreto il sempre promesso processo di civilizzazione del ministero, obiettivo fallito della riforma Andreatta, che determinerebbe notevoli risparmi restituendo a funzioni operative quei militari impropriamente impiegati in mansioni amministrative e tecniche:
In sintesi chiediamo:
a) applicare le norme per il pensionamento antecedenti alla cosiddetta «riforma Fornero» per l'intera durata della delega, fino al 2024, a tutto il personale civile che a seguito di provvedimenti di riordino, configurazione e riorganizzazione degli enti dovesse essere considerato in esubero, per evitare il ricorso alla mobilità forzata o alla messa in disponibilità, valutando anche la possibilità di estendere tale deroga a tutto il personale del comparto;
b) sbloccare il turn-over del personale agendo anche sul ripristino delle scuole allievi operai;
c) utilizzare da subito quota parte dei risparmi derivanti dal riordino degli enti, per alimentare un fondo che sia strutturale, fisso e continuativo, denominato specificità, che di fatto riconosca i compiti e funzioni della componente civile espletati all’interno del Dicastero;
d) definire in modo chiaro ed inequivocabile i compiti ed obiettivi del personale civile;
e) attuare un vero processo di valorizzazione professionale del personale civile di tutte le aree del Dicastero;
f) contrattare le ricadute dei processi di riorganizzazione legati al riordino dello strumento militare e riconoscere il confronto sindacale su tutte le parti che interesseranno il personale civile;
g) reinternalizzare il più possibile le mansioni affidate all'esterno;
h) assicurare trasparenza e riduzione effettiva degli sprechi.
Coordinamento Nazionale Difesa