Abbiamo avuto modo nei giorni scorsi di “apprezzare” l’intervento del solito “sindacato dei poliziotti”, che non perde mai l’occasione di polemizzare, spesso a sproposito.
Chi ha avuto la sfortuna di leggere il documento di cui parliamo, si sarà stupito della disinvoltura con cui si cita il codice penale, come se fosse la Gazzetta dello Sport. Il riferimento esatto è all’art. 329 del CP: Il militare [c.p.m.p. 2] o l'agente della forza pubblica, il quale rifiuta o ritarda indebitamente di eseguire una richiesta fattagli dall'Autorità competente nelle forme stabilite dalla legge, è punito con la reclusione fino a due anni. Militare? Agente di forza pubblica? Il riferimento fumoso secondo la tesi di questo “sindacato dei poliziotti” è l’art 8 della legge 1570 del 1941, che citiamo: Ai fini della presente legge e nell'esercizio delle loro funzioni gli appartenenti ai corpi dei vigili del fuoco, sia permanenti che volontari, sono agenti di pubblica sicurezza e godono, nei viaggi per servizio, degli stessi benefizi concessi agli agenti della forza pubblica circa l'uso dei pubblici trasporti statali, provinciali e comunali. Forse questi “sindacalisti poliziotti” si sono confusi, hanno pensato: se possiamo viaggiare come gli agenti della forza pubblica, ergo, siamo agenti di forza pubblica! NO! Noi non lo siamo, non abbiamo gli stessi compiti, ne le stesse funzioni. Il riferimento a questo articolo è improprio e fuorviante, dimostra anzi la chiara volontà di tirare per la giacchetta i lavoratori verso incarichi ed impieghi non di nostra competenza.
Quindi spaventare i lavoratori sparando a caso articoli di legge è scorretto e pericoloso perché li espone a commettere un grave reato, quello si di rilevanza penale, che è l’usurpazione di pubbliche funzioni nell’ipotesi di incompetenza per materia e funzione.
Questo “sindacato dei poliziotti” ha il coraggio di parlare di pregiudiziali ideologiche, gli stessi che si rifanno a regi decreti per chiedere il revolver per i capi squadra. Noi della USB non abbiamo ideologie da difendere, come chi invece proclama l’appartenenza alle forze di polizia, noi abbiamo un’idea di come dovrebbe essere il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, soprattutto abbiamo coscienza della storia del nostro Corpo, che ha nella sua iconografia Uomini sporchi di polvere e fango in Friuli, in Irpinia, in Umbria, in Abruzzo, in Emilia, o le facce sporche di fumo alla stazione di Bologna, tra il relitto della Moby Prince, tra le strade di Viareggio. Non ci sono immagini in mezzo ad ufficiali giudiziari che sfrattano la povera gente che non riesce a pagare il mutuo, o immagini che ci vedono bastonare manifestanti inermi alla scuola Diaz. Noi facciamo soccorso e siamo Vigili del Fuoco, non la bassa manovalanza della Polizia, non ci formiamo in anni di carriera per fare i SAF, gli NBCR, gli SA, i GOS, i TAS, gli USAR ecc. per poi vederci impiegati a sfondare porte o tagliare lucchetti o segare sbarre in operazioni di polizia. Le forze di polizia in Italia contano circa 278.000 uomini, il numero più consistente d’Europa (Francia circa 184.000, Spagna 181.000, Germania 243.000, Paesi con estensione territoriale e popolazione, maggiore della nostra) noi Vigili del Fuoco siamo circa 30.000! Pochi, fateci lavorare in pace, il cittadino da noi si aspetta di essere soccorso, non sfrattato! Perché non si chiede al Ministro di formare una parte dei 278.000 agenti di forza pubblica a usare un flessibile o una tronchesina per rendersi autonomi nelle operazioni di ordine pubblico! I lavoratori devono smettere di assecondare la disinformazione operata da questi “sindacalisti poliziotti” che perseguono fini alternativi, oggi più che mai c’è il bisogno di isolare questi sabotatori che ci allontanano dalla nostra missione che è sempre stata e deve rimanere il soccorso.
Basta farsi illudere con mirabolanti comparti e buste paga da sogno! Balle! Solo Balle! Chi appoggia questi sindacati di mancati poliziotti è complice e vittima di un sindacato che persegue strategie poco chiare, che finiranno per asservire il Corpo Nazionale alle forze di polizia, togliendoci dignità e professionalità.